A ognuno il suo Natale: chi al caldo del Sud America (Pizarro in Cile, Juan, Taddei, Baptista, Cicinho, Adriano e Simplicio in Brasile, Burdisso in Argentina), chi nel caldo esotico (Julio Sergio alle Maldive, Riise a Dubai), chi al freddo dell’Europa (Vucinic tra Montenegro e Salento, Menez e Mexes in Francia, Totti tra le montagne delle Dolomiti). A ognuno il suo albero e i suoi desideri: e se riesce francamente difficile immaginare che i calciatori possano sognare regali particolari, a livello professionale un po’ tutti hanno le loro belle richieste da sottoporre all’anno che verrà. Il centravanti montenegrino e il centrocampista cileno sono stati due mattoni solidi della prima Roma «Ranierana» . La seconda metà dell’anno ha però cambiato molte cose. Vucinic è diventato un precario dell’attacco, Pizarro ha ballato tra guai fisici e una realtà assolutamente inedita per lui a Roma: la panchina. Il 2010 è finito nel peggiore dei modi, per Vucinic, che pure ha segnato in questi 365 giorni 17 gol (14 in campionato, 2 in Coppa Italia e 1 in Europa League): infermeria e qualche ombra di troppo perché è stato la maggiore vittima del turn over in attacco.
Vucinic-Pizarro: storie così uguali, così diverse
di 21 Dicembre 2010Commenta