Approcci, consultazioni, incontri. Tra Londra e Milano si sta giocando la partita più importante per il futuro della Roma. Un affare da chiudere «in tempi brevi», come da comunicato che sancì il sofferto accordo per la ristrutturazione del debito dei Sensi, ratificato il 26 luglio scorso tra Italpetroli e Unicredit. La stesura ormai completata dell’«Information Memorandum», una sorta di scatola nera della società giallorossa che andrà verificata nei minimi dettagli dal potenziale acquirente, è solo un passaggio tecnico, perché le manifestazioni d’interesse si registrano da alcune settimane. Si prospetta un intenso periodo di lavoro, insomma, per Alessandro Daffinà, amministratore delegato di Banca Rothschild, l’advisor incaricato alla vendita del club. La «short-list» dei compratori da sottoporre a Unicredit, in realtà, non è poi così ristretta: cinque sarebbero al momento i soggetti interessati alla Roma, che dovrebbe passare di mano per una cifra non inferiore ai 150 milioni di euro. All’interno figura ancora il nome della famiglia Angelucci, il cui sondaggio preliminare ha suscitato freddezza nei vertici di Piazza Cordusio, che hanno riscontrato una base d’offerta valutabile intorno agli 80 milioni. Anche il Fondo Clessidra è in corsa e, dopo la smentita iniziale, vedrebbe di buon occhio una partnership con l’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini, che a sua volta coinvolgerebbe soci americani. Da non sottovalutare le piste mediorientali (il primo azionista Unicredit è un fondo sovrano libico) e l’opzione Sawiris, magnate egiziano delle telecomunicazioni.
Vendita As Roma: ecco le novità
di 6 Settembre 2010Commenta