Dal Romanista:
Terzo piano di via Cesare Ferrero di Cambiano 82. Uno studio legale. È qui che ieri si sarebbe dovuta scrivere una pagina di storia della Roma. Davanti al collegio arbitrale presieduto da Cesare Ruperto, Unicredit e Compagnia Italpetroli avrebbero dovuto trovare un’intesa che scongiurasse il lodo arbitrale. La sentenza. Dopo una maratona di oltre cinque ore, il faccia a faccia è stato sospeso. Riprenderà dopodomani alle 18. Non c’è accordo, come aveva anticipato “Il Romanista”. Ma nemmeno rottura. I Sensi stanno giocando la loro partita più importante. Quella per l’As Roma. Accompagnata dai suoi legali, Conte e Gambino, Rosella Sensi ha voluto affrontare di persona lo stato maggiore di Unicredit, rappresentata da Piergiorgio Peluso, direttore generale di Unicredit Corporate Banking, oltre che dagli avvocati Di Gravio e Carbonetti. Le parti erano arrivate all’ultimo appuntamento con una serie di ipotesi di lavoro. I legali le avevano studiate anche domenica. Avevano una scadenza precisa: il 5 luglio. Avrebbero dovuto trovare un accordo entro la giornata. Lo scorso 23 giugno Ruperto era stato chiarissimo: «O ce la fate per il 5 luglio oppure decido io». Quando le parti si siedono al tavolo, non c’è alcuna intesa. Idem al termine dell’incontro. «Non si può dire che sia stato trovato un accordo, perché non è vero», commenta l’avvocato Gambino. C’è bisogno di riaggiornarsi. «C’è la volontà da ambo le parti di collaborare per chiudere», aggiunge. C’è un problema irrisolto. Anzi, più di uno. Nonostante cinque ore di trattative, permane una certa distanza nella valutazione dei cespiti finanziari – degli asset – che passeranno da Italpetroli a Unicredit. Tra questi, l’As Roma. La banca non ha alcuna intenzione di gestirla in prima persona e vorrebbe affidare il compito a Rosella Sensi. Che dunque, nei piani di Unicredit, dovrebbe limitarsi a traghettarla verso una nuova proprietà. La Sensi ha chiesto però garanzie precise, nero su bianco, affinché la banca non smantelli la squadra allo scopo di rientrare dei 325 milioni che vanta nei confronti di Compagnia Italpetroli. Ma pure affinché la sua presidenza sia effettiva. La banca ha posto al contrario delle condizioni considerate «capestro» da fonti vicine a Rosella Sensi. Condizioni che non le consentirebbero di muoversi liberamente. Non solo. La presidentessa pretende che la banca nomini un advisor internazionale. Durante il vertice, la stessa Unicredit avrebbe riconosciuto che in passato si sarebbero interessati all’As Roma solo dei ciarlatani. Dunque, o il mandato di vendere la squadra sarà affidato a un intermediario di chiara fama, oppure non se ne farà niente. No allo smembramento della squadra, piena libertà di gestione e un mediatore serio.