Un anno fa Luciano Spalletti lasciava la Roma, sostenendo che alle sue spalle non aveva più una società responsabile. E’ passata molta acqua sotto i ponti, una rimonta entusiasmante della squadra e il passaggio di proprietà della Roma. Eppure, Ranieri oggi potrebbe dire la stessa cosa. Formalmente, dirigenza e quadri tecnici sono tutti al loro posto, eppure l’incertezza della società giallorossa è fortissima e certamente durerà per qualche mese, in attesa di una nuova proprietà. Questo è il problema essenziale e la soluzione è sempre la stessa: la squadra deve passare il guado da sola. Allenatore e giocatori debbono trovare al loro interno tutte le energie sufficienti a riprendere la corsa che si arrestata. I problemi tattici vengono dopo, sono un dibattito fasullo.
Prima è necessario ritrovare due cose: energia, per tenere il campo contro chiunque (finora è stato l’esatto contrario) e spirito vincente di gruppo. Qualcuno sostiene che la Roma si è rafforzata nel mercato (mi metto anch’io tra questi, fosse solo per Borriello), qualcun altro che ha aumentato la confusione tattica, costringendo Ranieri a cambiare alla cieca. Non avremo mai una risposta definitiva. Di certo, il mercato è stato casuale. Prima dell’accordo Unicredit, si basava su giocatori a titolo gratuito. Sul finale, ci sono stati due sacrifici. E’ possibile che il mix, non programmato, abbia scombussolato l’allenatore.
Però Ranieri è troppo esperto per non sapere che deve fare la minestra con gli ingredienti che ha. E certo si offenderebbe se ricordassimo a uno come lui che senza veri laterali offensivi non si fa il 4-4-2. Niente lezioni al principe Claudio e zero dubbi sul Capitano. A loro tocca prendere il gruppo per mano, a partire da domani. Ci sono appuntamenti utili per il rilancio, poi l’Inter per verificare l’orgoglio. Ricominciamo dal Bologna.
Vietato giustificarsi con i problemi societari
di 18 Settembre 2010Commenta