Nell’ambito della vendita degli asset di Italpetroli UniCredit deve fare i conti con l’Autorità Portuale di Civitavecchia. Dopo l’accordo della scorsa estate tra Rosella Sensi e la banca guidata da Federico Ghizzoni, principale creditore della holding, è partita infatti la campagna vendite delle attività di Italpetroli, per ripagare i 400 milioni di debiti. E in vendita, oltre alla Roma, ci sono anche grandi strutture concentrate a Civitavecchia (tra cui tre depositi da 350 mila metri cubi per lo stoccaggio di prodotti petroliferi), e a Vibo Valentia, dove c’è un deposito per la movimentazione di gasoli e benzine.
E soprattutto a Italpetroli fa capo anche il 10% della Compagnia del porto di Civitavecchia, incaricata di realizzare insieme a Enel (socio al 25%) e al gruppo Gavio (65%) la Darsena Energetica Grandi Masse, un progetto da 250 milioni. Il problema è che gli asset di Italpetroli sorgono in aree demaniali, quindi tecnicamente, oltre alla cessione delle società, dovrà avvenire anche il subentro nella concessione sulla quale l’ente di gestione del porto ha diritto di esprimersi a favore o contro. Non a caso, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nelle ultime settimane ci sono stati numerosi incontri tra gli uomini di UniCredit e quelli dell’Autorità portuale, i quali vogliono scongiurare il rischio che le attività in questione vengano rilevate da trader, il cui interesse per natura è speculare sul valore delle materie prime.
L’autorità vedrebbe invece di buon grado l’ingresso di gruppi industriali, che potrebbero sviluppare un piano per movimentare ogni anno 3,5-4 milioni di tonnellate di prodotti raffinati. Porte chiuse dunque ai colossi del trading, come Vitol e Mercuria, che sarebbero interessati a una presenza nei terminal portuali in Italia.
Italpetroli, al porto di Civitavecchia nodo Autorità per UniCredit
di 21 Gennaio 2011Commenta