Unicredit precisa che il Tribunale di Roma non ha rigettato i decreti ingiuntivi della banca nei confronti di Italpetroli, ma si è dichiarato incompetente, dopo che fonti legali vicine alla holding della famiglia Sensi hanno fatto sapere che il Tribunale ha già rigettato 6 dei 13 decreti ingiuntivi della banca che è creditrice nei confronti di Italpetroli per circa 325 milioni. «Il Tribunale di Roma – si legge in una nota di Unicredit – si è ritenuto incompetente rispetto ad alcune delle richieste di emissione di decreto ingiuntivo formulate da UniCredit; il provvedimento è stato quindi assunto su presupposti puramente procedurali, e senza che il Tribunale entrasse nel merito della pretesa di UniCredit. Con riferimento a quanto oggetto del giudizio arbitrale pendente e del procedimento di impugnazione del bilancio di Italpetroli promosso dinanzi al Tribunale di Roma – prosegue la nota dell’istituto di Piazza Cordusio-pur ritenendo del tutto irrituale e non appropriata la decisione dei legali della Italpetroli di trattare la questione a mezzo stampa anziché nelle sedi proprie, UniCredit si vede costretta a precisare che non corrisponde a verità la affermazione secondo cui il recesso dall’accordo di riscadenzamento sia stato fondato su di un pretesto formale. È al contrario vero che Italpetroli, dopo essersi resa inadempiente agli obblighi di rimborso previsti dall’accordo stesso, non è stata in grado di attestare l’esistenza di un NAV positivo alla data contrattualmente stabilita. Tale circostanza – evidenzia Unicredit – è espressamente prevista dal contratto come motivo di recesso. Come le iniziative da essa assunte, e che da essa saranno assunte in futuro, lungi dal potersi considerare strumentali, costituiscono un doveroso esercizio dei propri diritti finalizzato a rientrare di una considerevole esposizione creditoria. Come noto, prima di assumere tali iniziative l’istituto ha per lungo tempo ricercato soluzioni bonarie che, sfortunatamente, non hanno prodotto gli esiti sperati».
Unicredit: “Il Tribunale di Roma non ha rigettato i decreti ingiuntivi”
di 20 Novembre 2009Commenta