Ad Udine è emergenza: Ranieri pesca nel passato

di Redazione Commenta


 Questa squadra è mia? Non l’ho fatta io. E’ difficile plasmare una squadra che non è tua“. Claudio Ranieri non l’ha mandata a dire. A chi reclama un’identità di gioco, un segno di riconoscimento, una quadratura, il tecnico risponde come ha risposto in conferenza stampa. Il virgolettato dell’allenatore potrebbe trovare riscontro nel modulo anti-Udinese: 4-2-3-1. Vestito che ha trovato nell’armadio di Trigoria, impolverato, perchè così Spalletti lo ha lasciato, ma sul quale l’allenatore di San Saba avrebbe deciso di puntare. E’ pur vero che la scelta è condizionata dalle numerose assenze: da Totti (fisioterapia e potenziamento muscolare nel primo giorno di riabilitazione) a Menez (fastidio al pube), da Pizarro a Riise, fino all’ultimo inconveniente legato a Burdisso (problema al polpaccio per l’argentino, lasciato a casa a “scopo precauzionale“). I guai non finiscono mai, al Fulvio Bernardini. Dove in nottata, nonostante la smentita dal quartier generale giallorosso, qualcuno ha fatto irruzione e imbrattato i muri con scritte offensive verso società e calciatori. La piazza chiede i risultati. Ranieri non può prometterli. Al più, può ammettere che firmerebbe per il quarto posto.
4-2-3-1 – Contro l’Udinese la linea difensiva sarà composta da Motta, Juan, Mexes e Cassetti. Il recupero di Doni, impossibile fino a ieri, non è da escludere: “Parte con noi – ha spiegato Ranieri -. Da ieri è migliorato al 50%. Ieri non riusciva nemmeno a camminare. Viene con noi e se continua il miglioramento sarà certamente della partita“. Le chiavi di centrocampo verranno affidate a De Rossi e Brighi. Dietro all’unica punta Vucinic, agiranno Taddei, Perrotta e Guberti. 4-2-3-1, appunto. Scelta obbligata dalle assenze? O disposizione tattica più affine allo scheletro che Ranieri ha trovato quando è arrivato nella Capitale? Più realistica la prima ipotesi. Più maliziosa la seconda. Fate voi.


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