Trigoria, quella roba tra Lazio-Inter negli occhi di squadra e tifosi

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 La Roma c’è, presente a Trigoria in tutto il suo splendore. Di una squadra al completo e in ottima condizione di forma, di una società che procede a testa alta verso un finale di campionato farsesco, di Claudio Ranieri che – dopo il non gioco della Lazio nel corso della gara contro l’Inter – continua a ripetere due parole. Cantilena ma pure riferimento imprescindibile del testaccino-pensiero. “Non molliamo”. L’opportunità per cancellare il vergognoso affronto subito è lì alle porte: l’Inter centra poco o nulla, per carità, ma la finale di Coppa Italia, a questo punto, diventa un obiettivo ancora più desiderato. La sessione di allenamento al Fulvio Bernardini si è svolta in uno sfondo che non poteva essere esente da quanto visto ieri sera. L’Olimpico sembrava San Siro, i laziali – improvvisamente – tutti interisti, l’undici biancoceleste tramortito in quella voglia di  fare bene e nella paura di dover pagare il prezzo di una contestazione paradossale. “Se segnate ve menamo”, cantava la curva Nord aquilotta: ai propri giocatori!

Il tifo giallorosso radunato fuori dai cancelli del centro sportivo ha voluto solo – e una volta di più – mostrare vicinanza alla squadra. Uno striscione che parla della fedeltà, del coraggio, della voce in gola gridata a perdifiato: sono tifosi – quelli della Roma – mica marionette. Philippe Mexes, a fine seduta, ha avuto modo di ascoltare la delusioe dei presenti e, a chi gli rimarcasse la gara tra Lazio e Inter ha replicato scuotendo la testa. Si inizia alle 11.15 e gli unici assenti sono Marco Cassetti e Rodrigo Taddei, impegnati con le visite di idoneità. Unico in differenziato, David Pizarro. Sessione cominciata con riscaldamento ed esercizi di tecnica individuale. Poi, la consueta divisione in sottoinsiemi: tra i verdi Burdisso, Mexes, Faty, Tonetto, Perrotta, Cerci, Menez, Toni; coi rossi Andreolli, Riise, Juan, Motta, Brighi, De Rossi, Totti, Vucinic. Il jolly lo fa Julio Baptista. Si conclude con partitella e calci di rigore mentre John Arne Riise Riise abbandona diversi minuti prima della fine per motivi precauzionali.


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