Da La Gazzetta dello Sport:
Conosci le loro storie e ti viene in mente un film cult «Poveri, ma belli», del maestro Dino Risi, anno 1957, Maurizio Arena e Renato Salvatori attori protagonisti: il mare, la romanità, la voglia di godersi la vita, muscoli da culturista. Cristiano Doni e Simone Tiribocchi non sono sicuramente poveri e forse neppure belli, ma sono due bagnini mancati, sono nati a Roma, hanno la Roma nel cuore e una grande voglia di divertirsi.
Giocano a Bergamo, nell’Atalanta, squadra e mondo agli antipodi di Roma. Quei due, Doni e Tiribocchi, possono guastare i sogni di scudetto dei romanisti. Tiribocchi. Lo chiamano il Tir. Simone è nato a Monteverde, ma a pochi giorni di vita la famiglia si trasferì a Fiumicino. Simone cominciò a giocare nella Juventus Fiumicino, poi passò al Fiumicino, a 10 si ritrovò all’Ostiamare e a 11 entrò nel settore giovanile della Lazio. Fece tutta la trafila: Troilo, Beruatto, Oddi e Caso gli allenatori. Con Caso litigò e allora Simone prese il suo cartellino e andò a Pistoia, dove debuttò in serie B a 17 anni. Uno tosto, Tiribocchi, che d’estate faceva il bagnino negli stabilimenti di Fiumicino: «Mi hanno aiutato i miei genitori, Sergio e Stefania. Senza di loro, non ce l’avrei fatta. Sono tifoso della Roma, ma domenica, se giocherò, farò il professionista. La Roma si è rimessa in corsa alla grande. Le prossime due gare sono fondamentali. Spero che vinca il derby. Lo scudetto? L’Inter rimane la più forte e Mourinho è molto bravo. Io ero uno “spallettiano” convinto, ma Ranieri ha dei meriti eccezionali».