Ma non era finito Francesco Totti? In molti lo hanno sperato, intorno al 32’ del secondo tempo, quando il capitano nel momento di maggior difficoltà psicologica della Roma si è divorato il gol del pareggio a due passi da Lupatelli. Proprio lui, proprio con il ‘cucchiaio’, quel marchio di fabbrica esportato con successo in tutto il mondo e diventato un simbolo nel simbolo. E proprio dopo una settimana così, con quel calcio che ha inorridito il candore dei tanti moralisti che da sempre albergano il mondo del calcio con la missione di renderlo puro come il loro cuore. C’è un filo rosso, che ha unito quel gesto al minuto 32 di Roma-Cagliari. Tra i due estremi, fiumi di invettive, retoriche e spudorate, un biglietto per il Sudafrica rimasto nel cassetto, due pali e quell’occasione gettata alle ortiche insieme ad un sogno. Un filo rosso che, non pago di offuscare il giocatore, ha tentato di avvolgere e annientare anche il Totti uomo, il Totti delle cose non sbandierate, non lanciate sulle prime pagine dei giornali, nè gridate nei titoloni di apertura dei notiziari; cose intime, che si elevano sopra (tanto sopra) il vuoto chiacchiericcio. Un filo rosso, però, che non è riuscito ad incrinare il rapporto tra Totti e il suo popolo, quello dell’Olimpico, amico fedele e compagno di tante avventure a lieto fine e di altrettanti momenti bui, quelli dove tutti ti mostrano le spalle. I tifosi della Roma, i suoi tifosi, invece, lo hanno avvolto in un caldo e rassicurante abbraccio, e Totti li ha ripagati, spezzando quel filo rosso e riscrivendo la storia di una gara che sembrava sancire la fine, poco lieta, di un film spettacolare. Questo il patto firmato da Totti con il proprio pubblico: una settimana di amore forte e incondizionato, nel momento forse più difficile della carriera, in cambio di una settimana, ancora un’altra, di sogni, di speranze, magari di illusioni, ma comunque di emozioni. Quelle che Totti ha sempre saputo dare ai tifosi.
Totti e quel patto con i tifosi della Roma
di 9 Maggio 2010Commenta