«Non avevo i giocatori per fare il 4-4-2». Lo ha ripetuto spesso negli ultimi tempi Claudio Ranieri, come una cantilena, come un grido di dolore. Il riferimento era al Grande Assente di questa prima parte di stagione, che non è né Adriano né Simplicio ma un altro brasiliano che però ormai si può considerare quasi un romano acquisito (tanto che Lippi ha provato, senza riuscirci, a portarlo all’ultimo Mondiale), e cioè Rodrigo Taddei. L’equilibratore, l’uomo grazie al quale Ranieri è riuscito contro il Genoa a far quadrare il cerchio in una squadra che dal ritiro di Riscone fino ad oggi non è stata mai la stessa, ma soprattutto ha faticato a trovare una precisa identità. L’altra sera all’Olimpico si sono visti dei passi in avanti, e gran parte del merito è del numero 11. Prima di sabato, e dopo un bel precampionato, Rodrigo aveva giocato solo 62 minuti in gare ufficiali: 36 contro l’Inter nella Supercoppa italiana del 21 agosto e 26 nella prima di campionato contro il Cesena all’Olimpico. Poi più niente. Un velo di mistero intorno alle sue condizioni: prima si è parlato di un problema al polpaccio, poi di una fastidiosa fascite plantare che gli impediva di allenarsi. Fatto sta che il brasiliano è mancato completamente nella prima parte della stagione, e Ranieri ogni volta che ha potuto ha sottolineato la sua assenza.
Taddei: l’ago della bilancia di Ranieri
di 18 Ottobre 2010Commenta