La rinascita di Rodrigo Taddei ha un motivo, esprimibile con nome e cognome: Claudio Ranieri. Dopo un periodo di forma scarsa e di motivazioni sotto terra, l’esterno giallorosso pare davvero sulla strada giusta per tornare ad essere quel calciatore decisivo e irrinunciabile che abbiamo conosciuto un paio di annate fa.
L’addio di Luciano Spalletti, in qualche maniera, è stato un beneficio per Caio (soprannome di Taddei) che, da quel momento in poi – infortunio a parte – ha viaggiato come una freccia. A San Siro ci sarà anche lui, forte di una carica enorme che il mister testaccino ha saputo imprimergli. A riprendere il rapporto tra i due è, stamane, La Gazzetta dello Sport in un articolo dettagliato:
La solitudine dell’ala destra non è solo il titolo di un libro di poesie di Fernando Acitelli: è un modo di essere. È quasi un partito. È la dimensione di Rodrigo Taddei, esterno destro-sinistro della Roma. Domani sera al Meazza, in casa del Milan, il brasiliano, soprannominato Caio, tornerà in campo dopo due turni di stop causa infortunio. Taddei è guarito: si riprende la Roma e un posto da titolare. La storia Rodrigo vive e gioca a Roma dal 2005. È uno della banda 2010, clan che unisce i giocatori in scadenza di contratto il prossimo anno. Ha indossato la maglia della Roma in 121 gare e firmato 21 gol. La rete di Genova, il 23 agosto scorso, è stata la prima del campionato giallorosso. Taddei ora è al bivio. Dopo due stagioni da protagonista, nel 2007 cominciarono i guai con un infortunio a Firenze. Un motore che sembrava indistruttibile, un motore veloce e potente, all’improvviso iniziò a perdere colpi. La scorsa stagione è stata la peggiore: troppi guai fisici, ma, soprattutto, il progressivo allontanamento da Spalletti. Con l’allenatore toscano rose e fiori per due anni, poi il feeling perse colpi, fino all’incomunicabilità. Taddei è un ragazzo particolare, cresciuto in una favela, segnato dalla vita: la perdita del fratello Leonardo in un incidente stradale nel 2002 è un dolore senza fine. Un ragazzo così, anche se gioca a calcio e guadagna benissimo, ha bisogno di calore umano, di dialogo, di un confronto quotidiano. È quello che gli è mancato negli ultimi mesi vissuti alla corte della Roma spallettiana e che, invece, ha ritrovato con Ranieri. Lui e Ranieri Il nuovo allenatore un giorno lo ha preso da parte e gli ha detto:
“Rodrigo, io conto su di te. Tu sei importante per questa squadra. Io voglio ritrovare il Rodrigo che conoscevo”.
Poche parole, ma hanno lasciato il segno. Taddei da quel giorno ha ritrovato il morale. Ha ritrovato, sulla scia, anche motivazioni e forma. “Rodrigo è rinato — spiega il suo agente, Alessandro Lucci —. Ha superato un periodo difficile, ma non poteva essere considerato finito un ragazzo di 29 anni. Taddei ha ancora molto da dare e da dire alla Roma. Il contratto? La sua priorità è la Roma. Rodrigo a Roma sta bene e vorrebbe restare, ma se la Roma avrà altri programmi, toglieremo il disturbo”.