L’ultima di campionato per decretare il vincitore del tricolore: la 38/a di serie A è un sussulto lungo 90′ nel corso dei quali il punteggio sui campi di Siena – con l’Inter di scena contro i padroni di casa – e Verona – al Bentegodi la Roma è accompagnata da 20 mila tifosi – cambiera troppo in fretta e troppo spesso. Da Il Tempo:
L’ultimo atto, la scena madre. Protagonista un aggeggio obsoleto, in questi tempi coccolati dalla raffinata tecnologia, dall’alta definizione, dai cellulari ai quali manca soltanto di saper cucinare i bucatini all’amatriciana. Torna, prepotente, la radiolina che una volta invadeva letteralmente gli stadi e pian piano aveva smarrito la voce, sarà protagonista a Siena e a Verona, a stabilire un filo diretto senza interruzioni tra le due sfide che assegneranno il tricolore. Posizione di privilegio per l’Inter, che si è ripresa il primato grazie all’impresa romana della Samp e deve difendere due punti di vantaggio: senza però consentirsi calcoli, visto che un arrivo alla pari regalarebbe alla Roma il suo quarto scudetto.
Per entrambe le protagoniste di un campionato ricco di palpiti, di cambi della guardia, di imprese e di piccoli passi falsi, modesto il coefficiente di difficoltà dei rispettivi impegni. Qualche problemino in più, sulla carta, dovrebbe averlo la Roma, perché il Chievo non soltanto ha condotto in porto una salvezza serena, ma ha puntualmente offerto un calcio spettacolare, mostrando anche a San Siro contro l’Inter di non conoscere demotivazioni. Non dovrebbe distrarsi, la bella pattuglia di Mimmo Di Carlo, neanche di fronte a uno stadio pavesato dai colori giallorossi, cifre da record per l’esodo dei tifosi a Verona. Non dovrebbero allarmare più di tanto la capolista i fieri propositi del Siena, già retrocesso, difficile che la spinta di un presidente romanista e di giocatori con milizia agonistica nella Capitale possano capovolgere il mondo, ma le bizzarrie del calcio hanno risorse infinite. Dunque, all’imprevedibile deve appellarsi la Roma, che dovrà essere celebrata al di là degli esiti della sfida incrociata di oggi. La sua rincorsa ha avuto accenti gloriosi, non serve meditare su qualche piccolo rimpianto, perché anche l’Inter si era concessa distrazioni, forse per avere riservato eccessive attenzioni alla Champions. Ma poiché tra gli organici delle duellanti un confronto è decisamente improponibile, i meriti di Claudio Ranieri restano straordinari, la speranza è che la società possa garantirgli un futuro all’altezza, considerando che molte saranno le partenze e che una prospettiva azzurra non è lontana per il tecnico di Testaccio. Ma intanto va sbrigata quest’ultima pratica, tutto il resto conta poco, compreso l’ennesimo battibecco a distanza tra i due timonieri. Ranieri elegante e sorridente, ammette che questa storia gli è venuta a noia, inducendo alla citazione di Sartre il rivale, che a presidio della squadra offre il suo petto a tutti gli strali, difficile non riconoscergli lucida intelligenza.