L’intuizione è stata adattarsi al nuovo ruolo: presidente a tempo, con il fiato della banca sul collo, ma pure con le sue garanzie. Da quando si è messa l’anima in pace — un giorno la Roma non sarà più roba sua —, Rosella Sensi ha saputo cogliere il lato positivo della nuova situazione: volete che gestisca la transizione? Che valorizzi la società e la consegni al nuovo proprietario? Allora mi diverto.
Shopping Con due effetti immediati. Primo, si è rilassata. Pare sia diventata perfino più buona e accomodante, «prima diceva no a tutto...» suggeriscono i suoi. Poi, non ha badato a spese. Ingaggi stellari, acquisti sontuosi. Burdisso è costato 8 milioni, per Borriello ce ne vorranno 10, ma tra un anno, e allora non sarà più affare di Rosella, ma del suo successore. UniCredit, che tra qualche giorno farà il punto della situazione con Rothschild, conta di vendere la Roma entro l’anno. «Quello— ha detto la Sensi— sarà un momento doloroso, ma sono convinta che chi verrà manterrà la squadra ai vertici».
Tra calcio e Olimpiadi E lei che farà? Nel 2011 Rosella Sensi compirà 40 anni. Pochi per andare in pensione, anche se con la buonuscita strappata alla banca (beni per 30 milioni) potrebbe anche ritirarsi a vita privata. Non pare questa l’intenzione. Sta vagliando una serie di possibilità. Con l’ausilio dei suoi consiglieri: Enrico Bendoni, che le suggerisce la comunicazione; Ernesto Bronzetti, che le apre le porte del calcio; Pippo Marra, che le spalanca quelle della politica, il sindaco Alemanno, Gianni Letta, Silvio Berlusconi.
Lei che nel 2008 accarezzò l’idea di candidarsi con il Pd di Veltroni, oggi pare più vicina al centrodestra. Chi la conosce bene giura che stia studiando da manager, con un ruolo nel mondo dello sport. «Ho maturato un’esperienza di contatti e politica sportiva, vedremo…» ha detto la Sensi mercoledì. Possibilmente, vorrebbe restare nel calcio. Sarebbe felice di continuare a lavorare per la Roma, anche con nuovi proprietari— c’è chi le ha fatto sapere che l’egiziano Sawiris le lascerebbe la gestione —, ma forse sarebbe più gratificata da un posto nel governo del pallone. Oggi è vicepresidente di Lega, ma in futuro potrebbe anche ambire alla poltrona di Beretta, magari con una spinta dell’amico Galliani, cui già deve la recente conferma a vice. E poi c’è la prospettiva di impegnarsi per Roma 2020, con un ruolo nel comitato promotore presieduto dall’amico Gianni Letta. Sui giornali locali già ne sponsorizzano la candidatura, ma sarebbe un impegno gravoso — richiesta la conoscenza delle lingue— e gratuito.
I Sensi e poi?
di 5 Settembre 2010Commenta