Stagione 2000/2001, stagione 2009/2010: qualche differenza ma tante analogie. E-Polis analizza le somiglianze della Roma di Capello che vinse lo scudetto e quella di quest’anno allenata da Claudio Ranieri:
Nel 2001 a giocarsi lo scudetto furono Roma, Juventus e Lazio, adesso se lo contendono Inter, Roma e Milan. Coincidenza: Bari sarà addobbata di giallorosso come nove anni fa. Differenza: il terzo scudetto da lepre, la battaglia attuale vissuta nei panni dell’inseguitore. Fare paralleli può essere fuorviante, ma qualche punto di contatto tra la Roma di Capello e quella di Ranieri c’è. Il primo è semplice: Fabio Capello come Claudio Ranieri. Cose in comune: profilo, lineamenti e volto da antico romano, pragmatismo, solidità, concretezza e capacità nell’allestimento di squadre particolarmente quadrate. Juan da molti viene paragonato ad Aldair, ma nella Roma di oggi è un po’ quello che è stato Samuel per la Roma del terzo scudetto: la colonna al centro della difesa. Sulla sinistra allora c’era un romano adottato e adesso ce n’è un altro: Candela e Riise, un francese romano e un norvegese romano. In attacco, con Totti unico anello di congiunzione tra una Roma e l’altra, il paragone che viene in mente a tutti è quello tra Batistuta e Toni. Gol importanti e tanta presenza nell’area avversaria. Vucinic, invece, ha un altro compito abbastanza difficile: racchiudere i pregi di Montella e Delvecchio in un colpo solo. Mirko lo ha già parzialmente fatto: numeri, i guizzi e quel quid in più degni delle orme tracciate dall’Aeroplanino. Adesso dovrà dimostrare di saper fare anche SuperMarco. Il tridente Toni-Totti-Vucinic passerà per la disponibilità nel sacrificarsi e nel garantire equilibrio che il montenegrino saprà fornire alla squadra. Un po’ quello che fece Delvecchio con i vari Batistuta, Totti o Montella.