La Gazzetta dello Sport fa il punto su tre giocatori della Roma:
ROSI – Diceva «il pelatòn» Spalletti cinque anni fa, nel ritiro di Castelrotto: «Rosi ha mezzi straordinari. Deve solo maturare». E’ passato un lustro e il ragazzo, si spera, si è fatto uomo. Rosi, romanista nel profondo dell’anima – il 16 maggio scorso sfiorò il gol del pareggio con la maglia del Siena nella partita contro l’Inter, sarebbe stato scudetto per i giallorossi -, è tornato alla base e Ranieri lo considera la prima alternativa a Cassetti, spazzando via la concorrenza del brasiliano Cicinho. Rosi è partito benissimo, aiutato anche dal fisico che entra subito in forma.Il ragazzo, anzi l’uomo, deve rendersi conto che sta giocandosi una chance importante. Riuscirà il nostro eroe?
OKAKA – Quinto attaccante, sempre in bilico tra restare ed andare, sotto gli occhi di mamma Doris, sbarcata due giorni fa quassù tra le montagne, Stefano è largamente in testa nella hit dei giocatori più strigliati da Ranieri. Anche ieri, altri urlacci. «Stefano, hai toccato 27 volte il pallone!». Ranieri lo incalza perché intravede in lui quello che gli allenatori di esperienza vedono nei giovani: le qualità giuste per sfondare. Anche qui, bisogna lavorare sulla testa.
GUBERTI – Questa è un’altra storia. Guberti è ormai adulto e vaccinato. Ha navigato in diversi mari del calcio (Ascoli, Bari e Sampdoria) e un anno fa, dopo un paio di esibizioni in giallorosso proprio nell’ultima estate spallettiana a Trigoria, si parlava di Nazionale per lui. I fatti sono andati diversamente. Sprofondato in panchina, è rifiorito a Genova. Ora è tornato ed è ancora in tempo per salire sull’autobus Roma. La condizione è sempre la stessa: curare meglio la fase difensiva. Davanti, c’è poco da insegnargli, ma il calcio moderno richiede di saper fare tutto. La pallamano, amore giovanile, può essere la strada maestra.