Continua, e si arricchisce nei dettagli, la tenelovela societaria che coinvolge Unicredit e l’assetto societario giallorosso.
A spalancare i portoni della querelle nella quale sarebbero coinvolti Unicredit e Rosella Sensi ci aveva pensato, con un articolo di ieri, Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro a cui va il merito dell’anteprima (di cui vi abbiamo messo al corrente ieri mattina, ndr).
I vertici Unicredit non hanno commentato l’articolo ma si sono limitati ad una precisazione.
La vera notizia, tolte le ipotesi conseguenziali, è quella che riporta un’incrinatura nei rapporti tra la massima carica giallorossa e l’avvocato Roberto Cappelli, uomo Unicredit che ricopre un posto nel CdA capitolino.
A dettagliare la situazione ci pensa la Gazzetta dello Sport, alle cui fonti appare evidente che l’azione di pignoramento voluta da Unicredit non comprenda le azioni della Roma.
Articolo testuale:
Una certezza, una possibile verità, una soluzione al momento non attuata. Questo il quadro societario della Roma dopo una giornata ricca di sussurri. Partiamo dalla verità, ovvero che si è concluso il rapporto tra il club e la PricewaterhouseCoopers, la società di revisione del bilancio. Per la sua successione sono in lizza la Deloitte & Touche e la BDO. Seconda questione: la presunta relazione ormai sfilacciata tra Rosella Sensi e l’avvocato Roberto Cappelli, cioè l’uomo che Unicredit ha messo nel Cda della società. si dice che la presidente voglia estrometterlo dal consiglio. Di sicuro non ha partecipato all’ultimo e le voci (plausibili) paiono confermare che il rigore di Cappelli (in linea con la posizione di Unicredit) mal si sposano con la libertà di manovra che vuole la dirigenza. Infine, sempre da fronte Unicredit, sembra escluso che le azioni di pignoramento richieste dall’istituto di credito comprendano anche le azione della Roma. Al momento nel mirino ci sono i 19 asset della Italpetroli compresi nell’accordo del 2008. Non la Roma. In futuro si vedrà.