Si sarebbe dovuto definire il futuro della Roma: è successo solo in parte perchè – con ora di inizio alle 12.45, poco prima che Adriano sbarcasse a Fiumicino per cominciare l’avventura in gialorosso – la conciliazione invocata da Cesare Ruperto non ha avuto l’epilogo atteso. Quello della firma su carta da parte di Rosella Sensi. Un agiornata fiume, per il Presidente (ancora per quanto) del club capitolino che – semmai ci fossero dubbi – mostra di aver ereditato da papà Franco le migliori virtù dell’imprenditoria. Pazienza e temperanza. Qualcuno aggiungerebbe anche la capacità di mandare insoluti i propri debiti, ma rimarcarlo ora – con una intesa di massima sul piatto a cui vanno solo smussati gli angoli – sarebbe quantomeno improduttivo. Una maratona di quasi 5 ore a cavallo tra mattina e pomeriggio nel corso della quale le rispettive parti – Rosella capeggiava la sua schiera di legali, Piergiorgio Peluso incarnava l’insofferenza di Unicredit rispetto al credito mai riscosso – hanno avuto solo il tempo di una pausa pranzo. Prima di capire che l’ora tarda – quasi le 21 – invitava al buon senso di riprendere la discussione in altra data. Si è optato – lo ha detto chiaramente Ruperto – per giovedì 8 luglio alle 18, ovvero il primo giorno utile a ciascuno. Nel frattempo, il Presidente degli Arbitri – marmoreo a oltre ottantanni: nemmeno una goccia di sudore, un segno di fatica – ha dovuto spendere per la seconda volta consecutiva (lo aveva già detto nel primo pomeriggio odierno) la frase magica: “Stavolta si chiude“; l’erede di papà Franco ha ammesso di essere provata (ma non quanto i cronisti, tutto il giorno al sole cocente di un angolo di via Cesare Ferrero di Cambiano 82). Le lungaggini sembra siano dovute al fatto che l’intesa è arrivata e i legali siano nella fase avanzata di stilare alcune parti del documento definitivo il quale prevederebbe il passaggio a Unicredit degli asset appartenenti a Italpetroli. La Roma rientrerebbe nella trattativa a pieno titolo nonostante non si conoscano – allo stato attuale – modalità e tempistiche di dismissione nè il futuro e imminente ruolo di Rosella Sensi (si paventava un interregno di non più di un anno in attesa che l’istituto di credito individui un acquirente).
Il grosso pare fatto. E nell’attesa delle formalità, il grosso – stavolta nessun dubbio – è pure arrivato. In barba ai problemi burocratici legati al passaporto del figlio, Adriano è finalmente a Roma e si avvia a cominciare la fase di preparazione (recupero) fisica con pernottamento stabile a Trigoria. T-shirt e jeans, come i turisti: accolto da qualche tifoso e da un buon numero di cronisti, l’Imperatore ha già esternato la sua voglia di vittoria, dichiarando che la Roma è pronta per vincere lo scudetto. Gli si potrà obiettare di aver scelto il giorno sbagliato per l’arrivo in pompa magna che altrimenti gli sarebbe stato riservato ma è quantomeno bizzarro che una delle ultime gesta di Rosella Sensi – l’acquisto dell’ex Flamengo -, forse la più importante dal punto di vista della campagna acquisti cominci l’esperienza capitolina sotto un tramonto che a Roma non si vedeva da 17 anni. Nella circostanza, Giuseppe Ciarrapico vendette la società a Franco Sensi (coabitazione per qualche mese con Mezzaroma) per evitare il fallimento. Beffardo pensare a un commiato simile: che mentre arriva la più importante scommessa di Rosella Sensi, nell’attimo in cui Adriano mette piede a Roma per dimostrare di non esssere un ex giocatore, il Presidente sia a tutti gli effetti un quasi ex Presidente.
Roma, Unicredit – Italpetroli offuscano Adriano. Sensi stanca, Imperatore determinato
di 5 Luglio 2010Commenta