Di colpo, si sono rilassati. Di nuovo, come in autunno, leziosi, svagati, «senza carattere», lo ha ammesso anche Julio Sergio, che tanta debolezza l’ha avvertita tutta sui guanti, bucati. Potrebbe sembrare un paradosso. I calciatori della Roma erano determinati, cattivi, quando non sapevano di che morte morire. Si sono svuotati proprio ora che la svolta societaria è imminente. Cosa gli dice il cervello? Quali messaggi gli arrivano in queste ore? Possibile che qualcuno con loro stia spargendo panico? Oppure, di base si sentono tutti, come Ranieri, dei «San Tommaso» ? Battuti ma felici. Fatto sta che dopo il pareggino con il Brescia e la sconfitta di San Siro, la Roma La presidente ha pensato di mandare la squadra in ritiro. Senza coppe europee investimenti futuri complicati si ritrova di nuovo fuori dall’Europa. Settima, a dieci lunghezze dal vertice, scavalcata da Udinese e Palermo, insidiata dalla Juventus. Con otto punti in meno del 2010. Certo, con la prospettiva di risalire quando avrà recuperato la partita di Bologna, ma con questi chiari di luna pure la squadra di Malesani non offre garanzie, anzi. Eppure, domenica negli spogliatoi di San Siro c’era un’euforia contagiosa. Borriello sembrava reduce dal circo. «Che spettacolo, mi sono proprio divertito». Pure Ranieri si spellava le mani. «Complimenti alla squadra, grande prova». Ma allora perché Rosella Sensi ha pensato di mandarli «tutti in ritiro?».
Roma: troppo nervosismo
di 8 Febbraio 2011Commenta