Il Corriere dello Sport analizza così la falsa partenza della Roma in questa stagione:
Sei partite di campionato, due di Champions League, una di Supercoppa, somma facile facile, fanno nove gare ufficiali già gioca te in questa stagione. Bene, anzi male, siamo a ottobre e se ci domandate con che modulo gioca la Roma, la risposta è un boh piut tosto prolungato. Perché ne sono rimasti davvero pochi da sperimentare. Claudio Ranieri li ha provati tutti o quasi. E la cosa non vuole essere un complimento. Perché è vero che saper giocare in più maniere può costituire una ricchezza, ma è altrettanto vero, anzi di più, che una squadra che ha ambizioni di essere protagonista, va in campo giocando con il suo modulo, facendo il suo gioco, provando attraverso le sue certezze e conoscenze di mettere in difficoltà l’avversario di turno, sfruttando sullo stesso canovaccio qual che accorgimento tattico, ma rimanendo sempre se stessa, non dovendo, ogni volta, pensare come giocare perché sono cambiati moduli e uomini. Le grandi squadre giocano come sanno, non in funzione di chi hanno di fronte. La Roma, fino a oggi, ha fatto l’esatto contrario. Sei moduli visti in campo in appena nove partite disputate. Partendo dal quattro-uno-quattro uno nella sfida di Supercoppa; passando per un ritorno al passato contro il Cesena (4-2-3-1); azzardando un quat tro- quattro-due a Monaco senza avere in campo neppure un esterno di ruolo (modulo che ha vi sto anche la variazione a rombo srombato come piace dire a Ranieri che francamente si fa un po’ fatica a capire cosa voglia dire); pro vando il quattro-tre-uno-due a Cagliari; concludendo la partita con il Cluj con il quattro-tre-tre dove i tre attaccanti erano tre punte centrali (Adriano, Totti, Borriello); sorprendendo, ieri, qui a Napoli, con il tre-cinque-due quando il terzo centrale affidabile, Mexes, non c’era per squalifica e proponendo un Menez intermedio di centrocampo che ci piacerebbe tanto capire perchè. Si può dire, senza che si offenda nessuno, che tutto que sto si può spiegare con una sola parola, cioè confusione?