Si è molto spesso parlato di problemi difensivi difensivi dimenticando che la compagine giallorossa, dopo uno scampolo di stagione, si è distinta anche per aver messo a segno la bellezza di trentasei gol con l’impressionante media di quasi tre a partita. Presi per mano da Francesco Totti – che da solo ha siglato quasi la metà del totale, 16 gol su 36! – i capitolini hanno in qualche maniera celato le gravi lacune difensive grazie alla capacità di segnare con tanta frequenza. L’attacco prolifico ha spesso ribaltato e annullato gli svarioni di cui s’era resa protagonista la retroguardia andando a riprendere gare che parevano già compromesse (Siena, Catania e Palermo fuori casa; il Napoli in casa).
Ancora: colpisce il dato per cui ad andare a segno sia una rappresentanza eterogenea della rosa giallorossa: ben tredici i calciatori che hanno centrato il bersaglio, elemento sintomatico del fatto che la manovra corale offre più di uno sbocco. Infine, altro elemento di riflessione sta nel fatto che la società capitolina ha davvero iniziato a strutturare un’ossatura romana e che i fatti – per come rispondono sul campo – stanno dando ragione ai romanissimi Bruno Conti e Daniele Pradè. L’analisi dettagliata de Il Corriere dello Sport merita di essere ripresa:
Er gol. Mai come quest’anno la Roma ne ha fatti parecchi nelle sue prime tredici partite ufficiali: per l’esatezza trentasei, con una media di quasi tre reti ogni novanta minuti. Bene, due di queste tre reti parlano romano. Cioè Totti e De Rossi, sedici gol per il capitano e cinque per il biondo di Ostia. Fanno 21 se a queste si aggiunge pure il goal di Cerci. Difficile controllare con esattezza, ma crediamo proprio di non dire un’eresia sostenendo che non c’è una squadra al mondo che possa vantare un’incidenza in fatto di gol dei giocatori nati nella stessa città. E se poco possono impressionare le 16 reti siglate da Totti, le cinque di De Rossi a questo punto della stagione rappresentano un record per il calciatore che, sembra aver preso maggiore confidenza con la porta avversaria. E’ una Roma sempre più romana, nonostante la cessione estiva di Alberto Aquilani: da oltre due mesi è arrivato Claudio Ranieri che ha potuto così coronare il sogno di tutta una carriera, quello di ritornare a casa, nella società con cui aveva scoperto il calcio professionistico. Se ci si aggiungono anche Daniele Pradè e Bruno Conti, cioè i due massimi dirigenti, l’identità romana e romanista sembra essere uno dei punti di forza della società. Nonostante questa concentrazione romana di gol nella prima parte della stagione, c’è anche da dire che la Roma di quest’anno sta confermando una tendenza che si era manifestata anche nelle stagioni precedenti, quella di portare al goal il maggior numero di calciatori. Sono stati infatti 13 i giallorossi che fino ad ora hanno esultato almeno una volta: Totti, De Rossi, Taddei, Mexes, Riise, Brighi e Burdisso in campionato e Vucinic, Menez, Okaka, Guberti, Cerci, Brighi, Perrotta e ancora Totti, Riise e De Rossi in coppa. La tendenza a madare a rete diversi giocatori mostra una predisposizione al gioco che può essere solo un vantaggio per una squadra che nutre ambizioni importanti. All’appello mancano ancora Baptista, Pizarro e Juan, fermo restando che il goal della Roma non ha mai parlato romano come quest’anno.