Marco Borriello ha parlato del messaggio tramite cellulare di Daniele De Rossi che – con dodici parole “Sta iniziando l’avventura calcistica più bella della tua vita. ’Annamo a vince” – che lo ha convinto a trasferirsi alla Roma. Ma quello del biondo ostiense e l’ultimo esempio di una serie di episodi che si sono svolti in maniera speculare. Da Il Romanista:
«Facci un pezzo su tutti i romanisti che nel passato sono stati decisivi per portare nella capitale dei campioni facendo leva sull’ amicizia. Parti da dove vuoi, anche dalle telefonate di Bernardini se ce ne sono». Sotto i miei occhi c’è l’Ansa che riporta l’SMS di De Rossi: «Sta iniziando l’avventura calcistica più bella della tua vita. ’Annamo a vince». Non c’è che dire, ormai i ragazzi della redazione del Romanista che sguazzano come pesci nel presente, mi prendono in giro per la passione verso la Roma d’essai, però, per mille motivi, di grandi mediazioni nel passato ce ne sono pochine.
I cartellini dei giocatori sino agli Anni 80 erano di proprietà delle Società e la loro volontà contava relativamente. Se proprio vogliamo andare a pescare una telefonata degli Anni 30, occorre citare quella fatta da Eraldo Monzeglio a Villa Torlonia per chiedere alla famiglia Mussolini se per caso non sarebbe dispiaciuto ai figli del Duce un suo passaggio in giallo-rosso. Per lo più, però, in quegli anni i giocatori appren evano le notizie dei propri trasferimenti leggendolo sui giornali. E’ quanto accadde, ad esempio, ad Ermes Borsetti che in viaggio di nozze nell’agosto del 1937, scese dal vagone letto alla stazione Termini per comperare qualcosa da mangiare e i tifosi, riconoscendolo, gli fecero leggere il corsivo delLittorialechecommentavailsuopassaggio dalla Fiorentina alla Roma. Negli anni 50, tutt’al più, si passa al porta a porta di Fulvio Bernardini che va a scovare Amos Cardarelli al numero civico 24 di Piazza Bologna, dopo aver chiesto ai negozianti della zona dove giocasse quel roscetto così bravo al calcio, per dirgli: «Avverti i tuoi genitori che ti porto a provare per la Roma». Le abitudini sedimentate negli anni, si sa, sono dure a morire e così, quando nel 1980 Falcao passò alla Roma i primi contatti vennero addirittura presi da un grosso ufficio legale di San Paolo, con Aldo Raia e Marchesano a mediare per il club giallo-rosso. Del resto Liedholm chiese a Maldera di raggiungerlo nella capitale negli spogliato di un Milan-Roma giocato sul campo neutro di Verona il 4 aprile 1982 e Pruzzo, sempre a voce, nell’estate del 1983, incontrando Graziani, fu il primo a chiedergli se per caso non volesse venire dalle parti di Trigoria avviando la trattativa che avrebbe condotto l’attaccante Viola a divenire “Ciccio gol”. Nel dicembre del 2009, nella trattativa che portò alla corte di Claudio Ranieri Luca Toni, fu decisivo il pressing esercitato da i suoi compagni nel trionfo di Berlino, De Rossi e Totti. Lo stesso procuratore di Toni, Tullio Tinti, quando la trattativa era in dirittura d’arrivo ammise candidamente che: «i giocatori si sentono di più rispetto a quello che accadeva ai miei tempi», il centravanti, del resto, non parlerà di singole telefonate ma spiegherà che durante quelle ore era “rimasto in contatto” con i suoi due amici. Del resto Totti si è sempre speso come “testimonial” della sua Roma, a maggio Pradè, volando in Brasile, non mancò di chiamare il capitano per fargli salutare quello che a breve sarebbe div ntato il suo compagno di squadra Adriano (e lo stesso De Rossi non mancherà, in quei giorni di farsi sentire). La storia del Totti “procuratore”, parte addirittura dal 2000, quando Cannavaro confessò di essere ossessionato da Francesco che non faceva che chiedere a lui e a Buffon di seguirlo a Roma. Checco (dopo l’interludio della telefonata di benvenuto a Mido nel 2004) tornerà alla carica nel 2006. Dopo la passerella del Circo Massimo e con la Juventus in serie B, convincerà Gigi a trasferirsi alla Roma (particolare confermato dal portiere azzurro in un’intervista a La 7), l’affare non andrà in porto solo per il mancato accordo fra le due società. Sempre nell’estate del 2006, quello che sino ad oggi rimane il capolavoro di Totti nelle vesti di intermediario. Quando il trasferimento di Pizarro era ufficialmente saltato, con Mancini che annunciava l’incedibilità del cileno e Spalletti che si dichiarava molto deluso dall’esito della vicenda, Totti lo bombardava di SMS che raggiungevano Maiorca, dove l’allora entrocampista dell’ Inter era in vacanza. Poco dopo la mezzanotte del 19 agosto Pizarro annunciava proprio a Totti di averci ripensato e di essere pronto a raggiungerlo a Trigoria… Anche con Mutu c’era riuscito prima che qualcuno bloccasse tutto.
Imma 3 Settembre 2010 il 15:20
I nostri romani sono primo tifosi della loro squadra. Bravi!