Jeremy Menez e Luca Toni sono i primi a prendere la parola dopo la sconfitta interna della Roma per mano dela Sampdoria. I due punti che separano in classifica i capitolini dall’Inter – con tre giornate alla fine del campionato – sono uno svantaggio evidente ma la convinzione in casa giallorossa è quella di provarci fino alla fine. Perchè la storia recente (il 5 maggio 2002 costò agli interisti, proprio contro la Lazio, un tricolore) insegna che vale la pena lottare finchè la matematica non condanna. Sia il francese che l’italiano hanno evidenziato il rammarico mostrando, al contempo, la volontà di non dare nulla per perduto.
TONI. L’ariete di proprietà del Bayern Monaco è intervenuto a margine della presentazione di un nuovo modello di scarpa della Lotto per esprimere il sentore dello spogliatoio: “Ci tocca fare tre vittorie e sperare in un passo falso dei nerazzurri. Non è semplice fermare l’Inter ma quello di stamattina è stato un brutto risveglio“. A questo punto, volenti o nolenti, ci si trova costretti anche a sperare che la Lazio possa riuscire a rovinare la festa del club di Moratti per la seconda volta. Toni lo dice:
“Spero che faccia una grande prestazione: contro la squadra di Mourinho bisogna andare al cento per cento. Certo, essendo dall’altra parte di Roma, dubito che l’Inter possa perdere“. Un solo accenno alla conduzione dell’arbitro Damato. “Qualche episodio da rivedere c’è stato: credo nella buona fede, non posso pensare a una combine. Vorrebbe dire che il calcio è finito”.
MENEZ. Il francesino si affida a Canal Plus. Rivede ancora le scene del dopogara, rivive le immagini dell’Olimpico in festa, ripensa al silenzio che ha accompagnato ciascuno dei giocatori capitolini: “Nello spogliatoio c’è delusione: siamo rimasti muti, silenziosi anche se ancora ci crediamo un pochino. E’ stata una partita sfortunata determinata da alcune decisioni arbitrali sfavorevoli“. Non si mette la parola fine, insomma, ma ora – in quest’altalena finale – è di nuovo tutto nelle mani dei nerazzurri. Menez lo sa, ma non dimentica che quello della Roma, anche così, è stato un anno da incorniciare. “Dobbiamo comunque ricordarci che ad inizio anno avremmo firmato per ritrovarci ora in questa posizione“.