La sensazione è che l’Inter non possa reggere entrambe le competizioni: scudetto e Champions League. La sensazione, ancora, è che la Roma sia in una condizione fisica e mentale che cresce con il passare delle giornate. I giallorossi hanno voglia di prendersi a piene mani quel che a inizio stagione neppure si poteva immaginare. Dietro l’angolo, in bella vista, lo Scudetto risplende come un tocco di luna gialla con riflessi rosso fuoco. Da La Gazzetta dello Sport:
È il giorno in cui le tute blu marciano con chi indossa il doppiopetto. C’è la Roma dei fuoriclasse, ma c’è anche la Roma dei gregari. È la Roma di Julio Sergio, il portiere che Spalletti aveva buttato in soffitta. È la Roma del redivivo Cassetti e del soldato Taddei, del sindacalista Brighi e di una stellina come Menez, che si è sporcato le mani, per una volta, come un metalmeccanico. Il portiere Julio Sergio è un uomo felice: «Se ripenso ai tre anni che ho passato, mi sembra di vivere un sogno. Battere l’Inter davanti a un Olimpico strapieno è stato fantastico. Abbiamo giocato con intelligenza, sfruttando le occasioni che abbiamo creato. La differenza, tra noi e loro, è stata questa. Il tiro di Milito finito sul palo? Non ho avuto neppure il tempo di pensare a quanto stava accadendo, sono stato fortunato, meglio così. Ora si va avanti guardando indietro e ripensando a come stavamo prima. Da qui alla fine saranno tutte finali».
Passa Brighi e si limita ad una battuta, ma è fulminante: «Quando sono caduto in area, era rigore. Io non simulo». Anche Vucinic ha vissuto un giorno da operaio: «L’Inter è sempre in testa, ma noi dobbiamo approfittare di un loro passo falso. Siamo maturati, sappiamo soffrire come le grandi squadre e colpire dopo aver sofferto». Arriva Cassetti: «Abbiamo giocato una grande partita contro una grande squadra. Nei momenti più difficili, siamo stati compatti. Segnare quando loro stavano spingendo è stato fondamentale. Ora dobbiamo crederci perché abbiamo un obiettivo di prestigio. Non sarà facile, ma siamo più maturi rispetto al 2008». Taddei è sintetico: «Dobbiamo fingere che non sia accaduto nulla. Si va avanti dopo partita. L’Inter è sempre avanti». Burdisso si fa attendere. Dopo due ore all’antidoping, dice: «Battere l’Inter è stato speciale. Vincere dopo essere stato prestato alla Roma dall’Inter è una grande soddisfazione, ma Roma è stata una mia scelta. Siamo partiti male, ma io ci ho sempre creduto. Lo scudetto? L’Inter è la squadra da battere, ma se dovessimo vincerlo noi o il Milan è perché loro l’hanno buttato. Maper menon sarà una rivincita». Antidoping pure per Pizarro, che polemizza con la squadra che l’ha scaricato: «Ora si lotta davvero. Sì, per me battere l’Inter è davvero speciale». Alla tv francese, Menez racconta la sua storia romana: «Sono arrivato in Italia molto giovane e non è stato facile inserirsi. Ho superato un momento di crisi e ora va tutto bene. La Roma può puntare allo scudetto. Quando batti l’Inter, puoi pensare in grande». Passa Mexes, finito in panchina. Non è contento, ma non è il momento di polemizzare: «Una grande serata, un pubblico fantastico».
MONICA 28 Marzo 2010 il 14:39
la roma e’ la migliore io adoro totti e menex sono beli <3