Da Il Romanista:
A meno di quarantotto ore dalla bocciatura all’esame di greco, i tifosi si leccano le ferite e si interrogano sulle motivazioni che hanno condotto la Roma alla brutta sconfitta col Panathinaikos. Episodio sfortunato o pericoloso campanello d’allarme? I motivi potrebbero essere diversi e senza un vero e proprio filo conduttore. Fabrizio Grassetti, presidente dell’Utr, l’Unione Tifosi Romanisti, guarda il bicchiere mezzo pieno e predica calma: «E’ stata una mazzata tremenda ma come in tutte le cose ci vuole equilibrio. A questi ragazzi che hanno dato tanto non si può gettare la croce addosso. Ora è il momento di raddoppiare gli sforzi e guardare avanti con ottimismo». Per lui, le ragioni dell’eliminazione, sono un misto di componenti: «Prendere tre gol è un evento rarissimo. Purtroppo, oltre alla fisiologica stanchezza della squadra e agli infortuni che ci hanno tolto quattro titolari, dobbiamo parlare anche di sfortuna. Ma i romanisti sanno soffrire – continua l’avvocato – prima vedono tutto nero, poi iniziano a ragionarci su e, infine, dopo tre giorni tornano a pensare che si possa vincere tutto».
Carico come non mai, Guido Zappavigna, “Lupo nella notte” di Rete Sport: «Ho rosicato tantissimo perché era una delle poche serate in cui sono andato allo stadio tranquillo, pensando di poter passare il turno. Ci credevo all’Europa League ma anche stavolta la partita della vita è finita male. Onore ai giocatori che fino ad oggi si sono comportati benissimo». Non può poi mancare una vena ironica, propria del personaggio: «Ripartiamo. Gli obiettivi restano tre: scudetto, coppa Italia e Lazio in serie B». Piero Cangiano, numero uno del Roma club Napoli e Campania scatta come una molla quando sente pronunciare il nome Panathinaikos: «È stata un’enorme occasione persa. Vedendo le altre partecipanti alla coppa, la Roma non ne doveva temere nessuna. Che peccato». Frustrazione colossale specie per chi, ogni volta, si fa tanti chilometri per seguire la Magica: «Stavamo allo stadio e sembrava di rivivere l’atmosfera di Roma-Arsenal dello scorso anno. Olimpico stracolmo e beffa cocente». Per fortuna, come si dice da quelle parti “scurdammoce ‘u passato” e sguardo al futuro: «Voglio una squadra che a maggio alzi la coppa Italia contro l’Inter e sono certo che alla fine arriveremo anche in Champions League». E lo scudetto? «Quello, si è capito tempo, deve finire per forza a Milano».