Da Il Romanista:
Magari sarà solo un caso. O magari no. Quando è calato Totti, è sceso il buio sulla Roma. Quando Francesco si è opacizzato, quando ha accusato i primi segni della stanchezza, la Samp ci ha artigliato. Il filmato del primo tempo del Capitano è una roba che andrebbe conservata nell’archivio Luce. Altro che il primo volo di Yuri Gagarin, l’allunaggio americano, l’elezione di Giovanni Paolo II. Francesco è una spina nel fianco doriano, apre a destra, apre a sinistra, inventa, va al tiro. I primi 45’ premiano completamente la scelta di Ranieri: Toni in panchina, Totti davanti. Perché il menage à trois, il triangolo con Menez e Vucinic, va alla grande. Quello con Toni e Mirko no. La rete del vantaggio è figlia di questo rapporto quasi incestuoso. Tra fratelli, tra romanisti nati e romanisti adottati. Il Genio è una lama, sfonda la Maginot sampdoriana sulla sinistra, mette al centro. Totti è lì ad aspettare e colpire. L’interno sinistro che scuote l’Olimpico per Storari è inarrivabile. Per Totti è l’undicesimo gol (non segnava da 92 giorni) in venti partite di campionato, il ventiduesimo in ventisette gare complessive, contando anche i preliminari di Europa League.