Da La Gazzetta dello Sport:
Cassano, of course. Un rimpianto e uno spauracchio. « Anto’, nun ce prova’… », probabile che Totti glielo sussurrerà all’orecchio mentre lo abbraccia. Dicono i romanisti: rendici un pochino di quell’amore che ti abbiamo dato, così finalmente saremo pari. Già, sarebbe invece uno scherzo del destino se il ragazzo cresciuto e pasciuto con ogni riguardo, se proprio lui che un bel giorno mandò tutti a quel paese e se ne partì per Madrid con un giubbotto di pecora e una valigia di rancori, se insomma fosse proprio Antonio Cassano a rovinare il sogno di milioni di romanisti. Sarebbe, pure questo, il più mancino dei tiri. Almeno così parrebbe al grande EdmondoBerselli, anche se tra Mariolino Corso e Antonio Cassano ci passa il mondo, almeno per la poesia.
Il topolino e la montagna – Cassano, ma non solo. Fastidioso, talentuoso, imprendibile, una mosca tze-tze Antonio. Ma rispetto alla montagna che aspetta la Roma, un topolino. Di per sé, la Sampdoria è un gran premio ostico però tutto sommato scalabile. Mail fatto che arrivi a poche tappe dalla conclusione del giro, e la vittoria dell’Inter, anche stavolta scattata prima, mettono tanta pressione addosso alla Roma. Così da aumentare il coefficiente di difficoltà del gran premio di oggi, quasi fino all’hors categorie.