Chi riesce a garantire spunti sempre interessanti – e che vale la pena riprendere integralmente – è il Corriere dello Sport che, a firma Pippo Torri, ripropone sulle pagine giallorosse una carrellata relativa all’andamento della prima parte di stagione. Sotto esame, questa volta, finiscono coloro che – il giornalista ne individua sette – avrebbero dovuto garantire un rendimento qualitativamente elevato, essendo fin dalle prime battute punti fermi del nuovo progetto, e hanno finito per restare imbrigliati in una matassa ancora non sciolta.
Scarse condizioni, difficoltà di espressione, lacune caratteriali: questi gli ingredienti che hanno impedito al nucleo portante su cui si sarebbe dovuto fondare l’asset di tutta una stagione, di venire allo scoperto. Quattro dei sette calciatori in osservazione – che nell’ordine sono Alexander Doni, Cicinho, Philippe Mexes, Juan, Jeremy Menez, Julio Baptista e Mirko Vucinic – fanno parte del reparto di difesa, elemento che andrebbe a fare il paio con il poco esaltante inizio di campionato della retroguardia giallorossa, già perforata 13 volte in sette gare (sei reti solo nelle prime due partite). L’analisi della testata è analitica.
Ve la proponiamo:
Volendo fare un bilancio della prima parte di stagione della Roma che ha iniziato con Spalletti e adesso è di Claudio Ranieri, non si può non tener conto di come alcuni giocatori considerati fondamentali nel progetto giallorosso, fin qui abbiano dato risposte più negative che positive, se non proprio nulle. C’è chi non si è quasi mai visto in campo (Baptista), chi il campo non lo ha proprio mai visto (Cicinho e Doni), chi ha giocato sembrando il fratello scarso (Mexes), chi ha dovuto sempre fare i conti con l’infermeria (Juan), chi non ha convinto (Menez), chi non è tornato ai livelli che pure aveva fatto vedere in passato (Vucinic). Basta leggere i nomi per capire che non stiamo parlando di promesse o scommesse, ma di giocatori che in almeno cinque casi sono potenzialmente dei titolari (Mexes, Juan, Doni, Vucinic, Cicinho), oltre a un paio come Baptista e Menez che possono costituire alternative importantissime per il reparto offensivo. Il fatto, fin qui, che la Roma, per essere positivi, li ha avuti a disposizione a metà, può costituire un validissimo motivo per credere che la squadra giallorossa nel giro di poche settimane possa fare un ulteriore salto di qualità verso quelle posizioni Champions League che sono il dichiarato obiettivo di questa stagione. Il recupero ai loro livelli di questi sette giocatori che, al lordo, fanno oltre ventisei milioni di stipendi (oltre un terzo del totale, premi esclusi), potrebbe consentire a Ranieri non solo di schierare finalmente in campo la Roma che ha in testa, ma anche di mettere in pratica quel turnover che è fondamentale quando si vuole puntare a essere competitivi sia in campionato che in coppa.
DONI – Può essere arrivato il giorno, anzi la notte, del suo rientro. Del resto, per un portiere che ha avuto il suo battesimo nella Capitale in una notte da derby, non dovrebbero esserci problemi da un punto di vista mentale. Gli ultimi mesi della passata stagione e i primi di questa, hanno dimostrato che non c’è concorrenza interna, prima Artur, poi Julio Sergio, infine Lobont, non hanno dato risposte che potessero impaurire il portiere titolare della Roma e vice di Julio Cesar nella Seleçao, molto positivo nelle sue prime tre stagioni romaniste, deludente lo scorso anno ma poi si è capito bene perché. Il recupero di un Doni ai livelli a cui aveva abituato prima dell’infortunio alla cartilagine del ginocchio, per la Roma vorrebbe dire risolvere uno di quei problemi a cui ha pagato il maggior pedaggio negli ultimi tempi. Rivederlo a San Siro sarebbe già un primo passo per dare continuità e sicurezza a un ruolo che è fondamentale se si nutrono ambizioni di grandezza. Domani sera la Roma giocherà ad Anzio proprio per verificare se a San Siro potrà contare anche su Doni, fin qui solo spettatore.
JUAN – Basterebbe tornare alla passata stagione, vedere i risultati della Roma quando in campo andarono Juan e Mexes come coppia centrale, per capire l’importanza che Juan ha nel rendimento difensivo, quindi totale, della Roma. Nel passato campionato con i due titolari, la squadra giallorossa ha viaggiato a oltre due punti di media partita, media Champions League molto abbondante Solo che Juan, da quando è sbarcato nella Capitale, un po’ troppo spesso ha avuto problemi di natura muscolare che lo hanno costretto a fare lo spettatore. In questa stagione è stato presente in sei partite su tredici, meno del 50%, percentuale che scende ulteriormente considerando che solo una volta ha giocato i novanta minuti, per il resto è subentrato due volte e altre tre è stato sostituito. Si sta lavorando per consentire al giocatore di tornare quello conosciuto a Leverkusen dove le giocava tutte o quasi. Un recupero di Juan al 100%, a questa Roma potrebbe dare moltissimo sia sul piano delle garanzie difensive, sia in quello della personalità perché, anche se può sembrare strano, Juan è uno dei giallorossi con maggiore autorevolezza nello spogliatoio.
CICINHO – Crediamo di non sostenere un’eresia dicendo sulla corsia destra, l’esterno basso fin qui ha rappresentato un piccolo grande problema. Motta sta facendo una grandissima fatica a confermare quanto di buono e sorprendente aveva fatto vedere nelle sue prime apparizioni in maglia giallorossa, Cassetti pur con tutta la buona volontà, fin qui si è distinto più per errori clamorosi (presente il primo gol di Diego all’Olimpico?) che per garanzie. Ecco perché il recupero di Cicinho, uno che è stato esterno basso del Brasile, potrebbe rappresentare un’ulteriore, importante addizione alla qualità romanista. Il brasiliano si è operato il nove marzo scorso al legamento crociato di un ginocchio (la seconda operazione), ha ormai completato la riabilitazione, anche se è chiaro che dopo tanti mesi di assenza, tutto può essere meno che al top della condizione, se non altro gli manca quel ritmo partita che i calciatori sanno bene quanto sia importante. Forse a San Siro sarà prematuro vederlo in campo, ma ormai è questione di pochissimo tempo, poi Cicinho potrà tornare. Se tornasse ai livelli degli inizi della carriera, per la Roma sarebbe un rinforzo fondamentale.
MEXES – Dove è finito il difensore che aveva fatto innamorare di lui allenatori che si chiamano Ancellotti e Ferguson? E’ uno dei misteri neppure tanto buffi della Roma che da un anno a questa parte incassa gol che non è un piacere. Era considerato uno dei punti fermi della formazione giallorossa. Non lo è più. Retrocesso da Ranieri al ruolo di panchinaro che può andare in campo nella parte finale delle partite. Ha giocato una media di poco più di cinquanta minuti a gara, peraltro gran parte del suo minutaggio è figlio legittimo delle assenze di Juan. I gol subiti da Diego (il secondo) e da Maccarone a Siena, sono lo specchio degli inaspettati problemi del biondo francese. Sarà stato, forse, il fatto di aver perso il posto nella lista dei convocati di Domenech (cosa che volendo fare una battuta, potrebbe essere pure un vantaggio e un pregio), ma certo questo non può essere sufficiente a spiegare la decadenza del giocatore. Alla Roma serve il miglior Mexes, anche perché con il francese in campo, Ranieri potrebbe mettere in campo la difesa che ha in testa con Burdisso a destra, Juan e Mexes coppia di centrali.
MENEZ – Aspettarlo o scaricarlo? Non sarà un dubbio amletico, ma l’interrogativo a Trigoria da un po’ di tempo è di stretta attualità. Eppure il giovane francese, ventidue anni e l’aspetto età non può non avere un peso nella risposta che si vuole dare all’interrogativo, ha qualità superiori alla media, colpi da campione, potenzialità che non bisogna essere straordinari conoscitori di calcio per vederle. In questo inizio di stagione ha realizzato tre reti (tutte in Europa), ma non ha mai dato quella sensazione di continuità e senso della squadra che un giocatore deve avere per poter aspirare a sfruttare tutte le sue qualità. Clamorosa, in senso negativo, la sua prestazione contro il Cska Sofia, con Ranieri che nel dopo partita con il giocatore è stato durissimo. Eppure lo stesso Ranieri sa bene che un Menez restituito alla causa e coinvolto nel progetto Roma, potrebbe consentire alla squadra di avere un giocatore in in più in grado di fare la differenza. Per questa ragione il tecnico sta lavorando a fondo su Menez, convinto che potrebbe rivelarsi importantissimo per le sorti giallorosse in questa stagione.
BAPTISTA – Nove minuti di media giocati nelle tredici partite ufficiali disputate dalla Roma in questa stagione. Un numero che la dice chiaramente su come Julio Baptista fino a oggi non è stato di nessuna utilità alla causa giallorossa. Solo due le presenze, a Siena e contro il Basilea, che peraltro non hanno fatto altro che confermare che, perlomeno, è meglio attenderlo in momenti migliori. E’ vero, la Bestia ha un problema a un ginocchio, ma la Roma di questi tempi non può permettersi lo spreco di un giocatore inutilizzato e inutilizzabile ma che ha uno degli ingaggi più alti dell’intera rosa (sopra ci sono solo Totti e De Rossi). Se non altro il brasiliano potrebbe consentire a Totti di tirare ogni tanto il fiato, ma potrebbe costituire anche un partner offensivo del capitano. Il suo rientro in buone condizioni, sarebbe di grande utilità. Un rientro che ieri il suo procuratore, Herminio Menendez, ha detto che ormai è imminente: “Julio sta lavorando bene, ha praticamente quasi recuperato dal suo problema al ginocchio, non so se giocherà a Milano ma il suo rientro è ormai prossimo”. Speriamo.
VUCINIC – Tutto dipende da un ginocchio. Per l’esattezza il sinistro, operato nella prima stagione romanista e tornato sotto i ferri del professor Piepaolo Mariani il sei agosto scorso quando è stato fatto un intervento di pulizia. Ma è evidente che questo nuovo stop, non ha fatto altro che ritardare il ritorno di Vucinic al top della condizione fisica, tanto è vero che nella primissima parte della stagione è stato utilizzato con il contagocce. E il vero Vucinic, in particolare se si fa riferimento ai gol, quest’anno non si è mai visto, appena una rete segnata, la terza al Gand all’Olimpico, poi alcune buone prestazioni, ma il gol che dà sempre il senso di un attaccante, non è più arrivato, ingigantendo le lamentele per il mancato arrivo di un centravanti nel corso dell’ultimo mercato. Vucinic è però uno di quei giocatori che dalla ripresa in poi, potrà avere un peso specifico importantissimo nelle fortune giallorosse perché per molti aspetti costituisce il partner ideale di Totti. Deve però ritrovare confidenza con la porta avversaria. Si vede, peraltro, che ha bisogno del gol. Siamo convinti che una volta ritrovato, potrà essere un giocatore fondamentale per le ambizioni romaniste di questa stagione.