Da Il Messaggero:
Recita il proverbio che «chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che perde ma non sa quel che trova». Sarà. Provate, ad esempio, a raccontarlo ai tifosi di quattro squadre, Roma, Napoli, Palermo e Catania che una volta mollato il vecchio ora si stanno godendo alla grandissima il nuovo.
Cambiato l’allenatore, queste quattro squadre hanno cominciato a volare: la Roma di Claudio Ranieri con la vittoria di sabato scorso in casa della Juventus, si è stabilizzata al terzo posto, con quattro punti più della quinta; il Napoli di Walter Mazzarri con i tre punti di Livorno ha staccato il napoletano Ferrara ed è ancora quarto, a un punto dalla Roma; il Palermo di Delio Rossi strapazzando la Fiorentina si è portato alle spalle del Napoli, cioè davanti alla Juventus e a un punto dalla zona Champions; il Catania, che stasera sarà di scena all’Olimpico contro la Roma in Coppa Italia, con Sinisa Mihajlovic in panchina da sei turni ha cominciato a vedere la salvezza.
E’ la nuova (nuova?) tendenza del campionato nostrano: il cambio conviene. Meglio licenziare e poi assumere che continuare a vivacchiare con un claudicante tran tran. Il motivo di questo andamento? Scelte azzeccate dopo scelte sbagliate, azzardate o obsolete, probabilmente; di certo, non può essere un caso che Roma, Napoli e Palermo abbiano fatto un salto così in alto per puro e esclusivo merito del caso. Se la ride chi cambia e chi non lo fa, perchè non vuole o non può permetterselo, soffre. Chi non toglie le ragnatele, chi non si rende conto dell’inadeguatezza dell’attualità fa fatica, tanta fatica, a tenere il passo di chi ha avuto voglia e possibilità di cambiare e far cambiare aria. E così se la rischia, pesantemente, in riferimento agli obiettivi di partenza.
La Roma, tra campionato e coppe, a Torino è arrivata a quota 15 partite utili consecutive, impreziosite da dodici rimonte stagionali. La nuova Roma all’Olimpico ha sempre vinto, tranne contro il Livorno: una sorta di avviso ai naviganti catanesi, in attesa della partita di stasera. Dall’ultimo al terzo posto in classifica ritrovando gioco e giocatori, smentendo così la tesi che la squadra era ormai logora, irrecuperabile sia nelle gambe che nelle teste. Il Palermo dopo quattordici turni era al quattordicesimo posto: la cura Rossi l’ha portato al quinto nel giro di otto partite. E pensare che l’ex allenatore della Lazio aveva cominciato malissimo, andando a perdere sul terreno del Chievo: da quel momento in poi cinque vittorie e due pareggi, con la ciliegina della miglior difesa nelle ultime otto giornate, con tre reti al passivo (Roma 4, Napoli e Chievo 6).