Da Epolis:
Niente turnover, siamo la Roma. Il Panathinaikos è importante quanto il Napoli. Forse anche di più. L’Europa League conta come il campionato. Forse persino qualcosa di più, perché l’Europa League è un obiettivo “meno impossibile” e perché l’unico e ultimo trofeo continentale entrato nella bacheca di Trigoria è datato 1960/61. E anche perché il 2-3 dell’andata, che ha fermato al 18 febbraio la striscia di 20 risultati utili consecutivi incamerati dal 1 novembre, brucia ancora.
Così come bruciano ancora gli 8′ finali di straordinaria follia a passo del gambero, da 2- 1 a 2-3, maledetti dalla zampata di Hristodoulopoulos e dall’incornata di Cissé. La Roma brama vendetta, Ranieri vuole gli ottavi. L’obiettivo è non buttare via nulla e continuare a tenere aperti tutti e tre i fronti della stagione giallorossa.
Pochi calcoli, quindi. Giovedì e domenica, migliore Roma possibile. Poco importa se Panathinaikos e Napoli saranno a meno di 72 ore di distanza, non c’è differenza tra Europa League e campionato. La Roma di Ranieri ragiona volta per volta: decide il calendario. Panathinaikos, allora. Al Napoli ci si penserà da giovedì notte.