Le pagelle di Roma-Panathinaikos: Riise il migliore, De Rossi l’ultimo ad arrendersi

Ecco le pagelle di Roma-Panathinaikos:
Doni 5,5: difficile scrollarsi di dosso la nominata di “insicuro” che gli deriva dalla prova dell’andata, ma il brasiliano è il meno colpevole dei 6 minuti di pura follia vissuti dalla squadra giallorossa alla fine della prima parte di gara. Fino alla resa incondizionata del concitato finale di frazione, infatti, Doni ha corso due soli pericoli, con Cissè che non aggancia a un metro dalla porta e Simao che la mette di precisione andando a lambire il montante. Fa solo benino le cose semplici ma non è sera da straordinari.
Cassetti 5: la carica psicologica giunta con la rete nel derby è un toccasana in termini di serenità. Lo vedi sicuro, capace di concentrarsi su quanto richiesto da Ranieri. Ordine e disciplina, contenimento e proposizione. Fino alla sciagura di quei minuti di follia nel corso dei quali va in apnea soprattutto lui. Drammaticamente. Cala a vista nel secondo tempo, non riesce a riprendersi.
Mexes 5-: nulla da dire fino al 40′, solita sicurezza che garantisce a Doni una fortezza invalicabile davanti alla porta. Poi, niente da fare sulla prodezza di Ninis dalla distanza e parecchie responsabilità su un fuorigioco sbagliato che porta al tris greco. Insicuro.
Juan 5: nel novero dei greci, vanno annotati tre gol fatti e due pali colpiti. Splendido Juan per 40′, poi non riesce a reggere la fragilità di un reparto nel quale – ed è tutto dire – per lunghi tratti Doni è sembrato quello più recettivo. Di tutta la difesa è solo il meno peggio.

Riise 6: sembra di sentire le tre parole magiche al momento dell’esecuzione. Mira, punta, colpisci. E uno come Riise, che la voglia di vincere gliela si legge in volto, non ha certo bisogno che il ritornello gli venga ripetuto più e più volte. All’11’ mette in rete il terzo gol in 10 partite con un bolide da fuori area. Che altro dire dell’immenso John Arne, se non che, nell’armonioso e fruttifero lavoro svolto a 360 gradi, è riuscito a diventare simbolo (stavolta invano) indiscusso di questa Roma. Mezzo gol di De Rossi è ancora suo.
Brighi 5: prova insipida. Lontano dalle prodezze spese contro il Palermo. Non osa ma si limita all’esecuzione del compitino. Esce dopo la prima frazione di gara per  far posto a Julio Baptista. Avesse speso il fallo su Ninis al 43′, anzichè farsi saltare così… stavolta Pizarro è mancato, eccome.
Dal 1′ s.t. Julio Baptista 5: mossa obbligata e necessaria per l’impossibile tentativo di fare 4 gol in 45′. Ma non graffia e non punge: solo carezze che non danno fastidio.
De Rossi 6: tranquillo e autorevole, pensa in un attimo alla giocata da effettuare prima di passare il pallone e interviene nel modo migliore per interrompere la manovre avversarie. Il fallo su Ninis è la prima nota dolente dell’incontro, nemmeno lui avrebbe immaginato quanto potesse essere determinante. Nella ripresa è l’ultimo a mollare, il Capitano: la rete al 22′ s.t. sa di rabbia.
Cerci 5,5: buone giocate nella prima parte di gara, mobile, pressa e si propone. Pare un’ala d’altri tempi quando punta l’avversario. Nell’ennesimo dribbling dei primi 10′ si procura la punizione che porta al gol di Riise. Poi, quella macchia pesante del pallone perso a centrocampo: è il 46′, Ninis gli prende la palla e lancia Cissè per la terza rete. Cerca il pronto riscatto nella ripresa ma il portiere greco gli va a parare un pallone che sembrava già dentro.
Dal 22′ s.t. Menez s.v: troppo poco per giudicarlo, anche se qualche fiammifero prova ad accenderlo.
Perrotta 5,5: fa quello che può ma si vede che mezzo Perrotta non è sceso in campo perchè ancora in fase di recupero. Nel suo dare l’anima, tuttavia, il centrocampista svanisce proprio quando – nella ripresa – occorreva una tripla marcia in più.
Taddei 5,5: sfiora il gol al 22′ con una conclusione da fuori che rasenta il palo alla destra dell’estremo greco. Fa movimento e contribuisce a spezzare le trame di gioco avversario. Non sempre puntuale in fase di ripartenza, patisce gli avversari di reparto anche nella ripresa.
Vucinic 5,5: il primo tempo del montenegrino sta tutto nelle due serpentine con cui, al 9′ e al 19′, supera due diretti avversari e tenta di concretizzare: poca precisione nel primo caso, pronto recupero difensivo nel secondo. Sciupa a tu per tu con Tzorvas al 5′ della ripresa. Riceve pochi palloni giocabili e fa parecchio movimento ma si perde via anche in quelle rare occasioni che la squadra gli costruisce.
Ranieri 6: non ha colpe se non può contare su Pizarro, se Perrotta è in fase di recupero, se Totti e Toni sono costretti ad assistere alla gara senza poterla giocare, se in 6′ di pura follia la Roma butta al vento una qualificazione abbordabile. I cambi non può azzeccarli per il semplice fatto che sono sembrati obbligati: gli si chiedevano Mexes-Juan, e li ha messi; si invocava Cerci e Cerci c’è stato. Gli si rinfacciava anche una buona dose di fortuna, la stessa che in una sera s’è ripresa con gli interessi quel che aveva concesso prima.