Da Il Tempo:
Nell’invocato bagno di folla dell’Olimpico, la Roma prima annaspa, poi impietosamente annega. Accesi i cuori alla speranza dalla punizione di Riise, più fortunata che irresistibile, l’incubo si materializza nei sei minuti finali del primo tempo, il blackout di Atene si ripete, e stavolta non c’è modo di rimediare, l’addio all’Europa è senza appello. Non bastano i proclami, per produrre l’intensità e la concentrazione che l’impegno, pur non proibitivo, avrebbe preteso, probabilmente l’organico giallorosso non è in grado di offrire solido presidio a un triplo fronte ricco di ambizioni. La parentesi internazionale si chiude purtroppo nella maniera più ingloriosa, nessuno può invocare assoluzioni, ma neanche attenuanti. Vanificato per due volte il vantaggio ad Atene, è finito nel cassonetto quel gol in avvio che avrebbe garantito la qualificazione. Nessuno, a cominciare da Ranieri, aveva sottovalutato il confronto con la capolista del campionato greco, la formazione era forse quanto di meglio potevano garantire le disponibilità. Ma la Roma vera, quella ammirata in campionato e lanciata alla rincorsa dell’Inter, non è scesa in campo, sorda agli incitamenti di una folla entusiasta, costretta infine a lasciare la ribalta alla più ridotta, ma ugualmente agguerrita, falange ateniese. Sarà indispensabile ritrovare subito la giusta attenzione mentale per non perdere di vista quello che resta l’obiettivo primario, un piazzamento che valga l’Europa dalla porta principale, da evitare l’insidia di un preliminare a sorteggio libero.