Il settimo acquisto della Roma è Pablo Daniel Osvaldo. L’attaccante argentino, con passaporto italiano, quindi convocabile dalla Nazionale azzurra, ha scelto la maglia numero 9 lasciata libera alcune settimane fa dalla partenza diVucinic. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni dela Conferenza stampa di presentazione:
Dopo questi anni in Spagna pensi sia arrivato il tuo salto di qualità?
“In Spagna mi sono trovato bene, ho trovato un allenatore che mi ha dato fiducia e mi ha dato continuità, cosa che in Italia non avevo mai trovato, a parte nel Lecce, là sono maturato come uomo e come calciatore”.
Perferisci giocare come esterno o come punta centrale?
“Io mi sento una punta centrale, ma in passato ho giocato anche da esterno. Se dovessi scegliere, di certo mi sento punta centrale“.
Si parla del costo, pensi di valere così tanto?
“Io credo di valere molto di più, mi avete pagato poco. Farò vedere di vedere tutti questi soldi. Farò ricredere tutti qua in Italia“.
Che ne pensi della sostituzione di Totti?
“Quelle sono scelte che fa l’allenatore, che non mi riguardano. Per me sarebbe un onore giocare con Francesco, lo vedevo giocare quando ancora dovevo diventare professionista. E’ già un onore dividere lo spogliatoio, spero di condividere anche il campo”
Giovedì hai assistito all’eliminazione della Roma, cosa hai pensato?
“Mi è dispiaciuto per l’eliminazione, anche perchè già ero un giocatore della Roma. Poi è vero che l’anno è lungo e credo ci toglieremo soddisfazioni“.
Hai chiesto a Luis Enrique come vuole utilizzarti?
“Ho parlato poco con Luis Enrique, ma penso che ci sarà tempo queste due settimane per capire cosa lui vuole da me“.
Te sei una punta centrale, ruolo che nella Roma occupa Totti, ma te hai detto di voler giocare. In che modo credi di poterlo fare?
“Possiamo anche giocare insieme. Non so in che modo, dovete chiederlo all’allenatore, ma io voglio giocare, sono venuto per giocare, capisco che anche i miei compagni sono molto forti, è bello giocare in una squadra con così tanti campioni. Se fossi un allenatore sarei contento di avere a disposizione tutti questi giocatori. Totti è un campione ma anche gli altri sono molti bravi“.
Quali sono state le tue difficoltà nelle precedenti esperienze in Italia?
“A Firenze ero in difficoltà perchè entravo a fine partite ed è difficile fare la differenza in pochi minuti. A Bologna all’inizio giocavo, ma poi mi è mancata la continuità, per un attaccante è difficile giocare poche partite e fare la differenza. In Spagna ho avuto più possibilità“.
Il tuo idolo è Batistuta, ma te credi di assomigliargli come giocatore?
“Bati è stato da sempre il mio idolo, ma non so se somiglio a lui. Mi basterebbe fare la metà di quello che ha fatto lui nella carriera“.
Ti senti di fare una promessa ai tifosi?
“Spero che i tifosi mi possano ricordare perchè ho fatto più di 20 gol all’anno non solo per un paio“.
Sei tornato in Italia anche per giocare con la Nazionale?
“Alla Nazionale non penso, se dovessi giocare bene poi queste cose accadono da sole“.
Quando sei stato accostato alla Roma la priam volta qua c’era De La Pena, ora non c’è più. Cambia qualcosa per te?
“Ho parlato con De La Pena anche perchè è un mio grande amico, io gli avevo detto che volevo venire alla Roma, però non abbiamo parlato di aspetti tattici, solo che lui mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere farmi venire a Roma. Spero che potrà ritornare“.
Dopo Fiorentina, Bologna ed Espanyol, questa potrebbe essere la tua consacrazione?
“Spero possa esserlo. Io ho molta fiducia in me stesso, poi sarà il campo a decretare chi avrà ragione. Sono venuto perchè la Roma è un a grande squadra“.
Cosa manca per te alla Roma? Pensi di potere dare il tuo contributo alla squadra?
“Non so cosa manca alla Roma, io ho visto una partita giocata bene dalla Roma, una partita sfortunata, loro si chiudevano e con un contropiede hanno fatto gol. Spero di trovarmi bene dall’inizio per poter dare il mio cntributo da subito”.
DiBenedetto ha detto che uscire dall’Europa League potrebbe, alla lunga, essere un vantaggio. Te che ne pensi?
“Uscire da queste competizioni non è mai un vantaggio, dispiace a tutti, ma ormai è passato è inutle piangerci dietro. Ma credo che questa sia una grande squadra e potremmo toglierci molte soddisfazioni“.
Roma dà delle pressioni cui te non sei probabilmente abituato, ti senti pronto?
“Io so che la Roma è una grande squadra con grandi attaccanti, so che non è nè Firenze nè l’Espanyol. Più grande è la squadra maggiori le responsabilità, sono contento di avere delle forti responsabilità, a me piacciono queste emozioni, sentire la pressione della gente. Non vedevo l’ora di combattere per obiettivi importanti, e sono orgoglioso che la Roma abbia creduto in me”.
Cosa non rifaresti nella tua esperienza passata in Italia? Sia dentro che fuori al campo:
“Non ho mai avuto problemi con nessuno in Italia, e nemmeno in Spagna, penso che la stampa abbia un po’ esagerato con questa cosa, il mio è senza dubbio un carattere forte, ma solo perchè voglio vincere sempre. Io sono un bravo ragazzo, non mi piace litigare con nessuno“.
Nel Lecce ti sei trovato molto bene nel 4-3-3. Si può dire che questo è il modulo ideale per te? Potresti fare l’esterno offensivo?
“A Lecce ho avuto più continuità, poi mi sono trovato bene anche a Firenze, mentre a Bologna un po’ meno. Io posso adattarmi a qualsiasi situazione, poi il mister deciderà dove mettermi, a me piace fare il centravanti, poi posso adattarmi“.
Progetto Roma, che ne pensi?
“Sicuramente come tutti i progetti all’inizio bisognerà avere pazienza, ma ciò non vuol dire che non si possa vincere da subito. Certo, bisognerà conoscerci e magari ci sarà bisogno di lavorare, ma un progetto può essere una spinta per vincere. Speriamo di far bene dall’inizio“.
Quando eri ancora più giovane, su di te tutti avrebbero scommesso, ma avevano qualche dubbio di natura caratteriale, oggi ti senti più completo?
“Certamente sì, poi quando uno gioca fa degli sbagli. Io sono cresciuto come persona e anche, avendo avuto più continuità di gioco, anche come calciatore“.
La maglia numero 9
“Mi piace il numero 9, è andato via Mirko ed era libero. Il numero della maglia conta poco, conta ciò che uno fa sul campo. A me il 9 piace e l’ho preso”.