Il pienone dell’Olimpico in occasione di Roma-Milan è stato uno spettacolo nello spettacolo. Con un tifoso eccellente acclamato dalla Curva Sud: l’indimenticato Antonio De Falchi. Da Il Corriere dello Sport:
Uno spettacolo di Olimpico. Esaurito, poi, roba che di questi tempi non è che sia all’ordine del giorno, esauriti tutti i biglietti, si stava stretti stretti, unica eccezione uno spicchio vuoto nel settore dei tifosi rossoneri, prevista, perché per quel settore erano stati messi in vendita millecinquecento biglietti in meno per creare qualche decina di metri di cuscinetto tra le due tifoserie che non è che vadano a cena insieme, anzi. Non succedeva dal Roma-Parma del 17 giugno 2001, solo allora non era rimasto neppure un biglietto come è accaduto ieri sera. Sarà pure comodo e più caldo (ieri sera tra l’altro serata invernale anzicheno) stare a casa davanti al televisore, ci saranno pure tanti vantaggi a rimanere a casa, ma non ci sarà mai nessuna telecamera che potrà regalarvi l’energia, la passione, le emozioni di un Olimpico come quello che ha fatto da cornice a questa sfida tra Roma e Milan.
Del resto quando ci sono partite di questo tipo, il rischio che si può correre è quello che i biglietti sono insufficienti, come è accaduto in questa occasione, ce ne fossero stati altri diecimila sarebbero andati esauriti pure quelli. Ha cominciato a riempirsi presto lo stadio, quando le due squadre sono entrate in campo per l’ormai rituale riscaldamento prepartita, era già una bolgia, con la Sud, cuore del tifo romanista, che ha fatto sentire il suo urlo agli undici giallorossi che sono andati a scaldarsi proprio là sotto. Una Sud che ha voluto ricordare in tutte le maniere, come era giusto che fosse, Antonio De Falchi, il tifoso romanista ucciso all’esterno di San Siro prima di un Milan-Roma, striscioni e cori per quel tifoso che non c’è più ma che ieri sera era presente pure lui, ricordato da migliaia di voci. A trenta minuti dal fischio d’inizio, il colpo d’occhio era già da tutto esaurito, bastava fare un giro con lo sguardo per vedere una marea di giallorosso e quello spicchio in rossonero che non ha mai fatto mancare la sua voce per Dinho e discepoli. C’era attesa per questa sfida e quest’attesa si percepiva nell’aria senza bisogno di essere medium, c’era voglia di calcio, c’era voglia di Roma, c’era voglia di Milan, c’era voglia di gridare al mondo, da entrambe le parti, cara Inter siamo noi gli avversari, siamo noi che ti facciamo sentire il rumore del nemico. Quando la voce dell’Olimpico ha urlato la formazione dei giallorossi, il boato è stato impressionante, pure quando, non rispettando il rituale di sempre, lo speaker ha chiamato anche il nome di Francesco Totti spettatore e tifoso tra i settantamila, seduto nell’ormai consueto palchetto sopra la tribuna d’onore e sotto la tribuna stampa, circondato dagli amici di sempre, pronto a urlare pure lui per la sua Roma, stufo probabilmente di continuare a fare lo spettatore ( dovrebbe mancare poco al suo rientro). E’ stato un Olimpico come lo vorremmo sempre vedere, come ci piacerebbe fosse sempre così, come quando ha cantato l’inno vendittiano con una sciarpata per tutto lo stadio che è stata uno spettacolo, un Olimpico che alla fine ha anche applaudito tutt’e due le squadre. Un Olimpico che ha vinto la sua partita, altro che televisione.