Vuoi vedere che a furia di parlare di Luca Toni, chi sta tenedo la sorpresa nascosta nello scarpino è proprio Julio Baptista, a cui Claudio Ranieri sembra voler consegnare una maglia da titolare per metterlo nelle condizioni di coadiuvare Mirko Vucinic nel reparto d’attacco. Da Il Romanista:
Lo stadio pieno come mai dai tempi dello scudetto, la rincorsa all’Inter (e la fuga dalla Juve), la fiducia nel carattere della squadra e del suo allenatore autorizza qualche azzardo.
I biglietti sono finiti, l’attesa non potrebbe essere più ansiosa e prima di uscire di casa (o di accendere la tv) azzardiamo una previsione, contando sulla benevolenza dei lettori e su una quota alta dei bookmakers: stasera Julio Baptista sarà decisivo. Vorremmo vedere lasciare il segno non tanto l’orecchio di Toni e neanche il guizzo dello splendido artista distratto Vucinic, ma un morso della Bestia. Alcuni segnali ci illuminano (o ci annebbiano). Intanto il suo stato di forma: da un mese Julio non è più quella sottospecie di campione che abbiamo visto da agosto a gennaio (volendo condonare la scorsa stagione), gli stop di tre metri non sono così frequenti, la corsa è più secca, la gestione della palla, intelligente e accorta (gli ultimi, magnifici, cinque minuti col Catania), qua e là si sono visti anche bei dribbling, ottimi assist (Atene) e domenica a Napoli ha segnato, dopo essersi procurato un rigore. Altro motivo che ci suggerisce l’audace pronostico è la certezza di vedere Baptista ai Mondiali, vorremmo, insomma, le prove che Dunga non è un pazzo a portarselo in Sudafrica, lasciando a casa gente come Ronaldinho e Pato. Il confronto con la squadra più brasiliana del campionato sarà uno stimolo in più per dimostrare che quella convocazione non è una bestemmia calcistica. In settimana, poi, ci sono state le dichiarazioni di Galliani che ha spiegato di apprezzare il giocatore sin dai tempi del Real Madrid, frasi che seguono di qualche mese quelle di Mourinho durante il mercato di riparazione, quando Baptista è stato a un passo dai nerazzurri. Vorremmo svegliarci domani pensando che avevano ragione Galliani, Mourinho e Dunga e torto quelli che (vedendolo giocare un po’ più spesso) hanno storto il naso, temendo di scorgere in lui un Fabio Junior meglio piazzato. Una visione tremenda dei nostri peggiori fantasmi, ma una visione falsa. Julio ha la faccia gentile e i modi educati, non ha mai protestato per le esclusioni dai titolari, mai un commento fuori posto, una polemica, un gesto di ribellione. Al contrario, quando qualcuno gli chiede dei suoi magri risultati in Italia, lui risponde sempre soltanto con parole di autocritica, merce rara. E il bonifico generoso che gli viene accreditato ogni 27 del mese non spiega questo atteggiamento costruttivo. Essendo anche un ragazzo intelligente Baptista sa che un gol al derby e una bella rovesciata col Torino non possono bastare, episodi belli, persino commoventi, ma che non giustificano status, ingaggio e stipendio. Serve di più e stasera è la sera, che parta titolare o dalla panchina. Abbiamo fatto un sogno: questa può essere la notte in cui cancelliamo i suoi peccati, la notte dell’indulgenza plenaria e dell’amnistia generale, in cui si aprono le gabbie e la Bestia esce a fare il suo dovere.