Da La Gazzetta dello Sport:
I primi giorni Philippe deve essersi sentito come Ozpetek senza gazometro (il film in uscita domani, Mine vaganti, è interamente girato a Lecce): smarrito. Improvvisamente senza punti di riferimento, in una condizione nuova, con prospettive ancora indecifrabili. Come se gli mancasse la terra sotto i piedi. Ero un calciatore importante, ero uno dei più importanti in questa Roma – continua a tormentarsi -, un pilastro.
E ora? Mandato in panchina, superato da un Burdisso qualsiasi, ho perso pure il Mondiale. I numeri di questa stagione parlano chiaro: 32 presenze e 2953’ in campo l’argentino, 24 gare e 2059’ il francese. Torna presto Mexes non si dà pace. Si è sentito vittima di un’ingiustizia: lui, calciatore unico, ragazzo solare, ora soffre. E qui è intervenuto Ranieri, e i suoi interventi sono quotidiani. Ci parla, lo rassicura, gli promette che presto tornerà titolare, indispensabile come prima. Burdisso non c’entra – gli ha chiarito. Ranieri stima molto l’argentino, ne apprezza particolarmente l’atteggiamento, la capacità di restare sul «pezzo» per tutta la partita, senza cali di tensione, a differenza del francese, a cui invece capita di attraversare dei vuoti.
Ma Ranieri, calcisticamente, di Mexes è innamorato, e chi non lo è? Ed è il primo ad augurarsi che Philippe riacquisti innanzitutto la forma migliore: l’unica discriminante per l’allenatore di San Saba. Chi sta meglio, gioca titolare.