Anche sulle pagine sportive de Il Tempo, la situazione di mercato della Roma viene presentata in maniera poco felice. Stando alle analisi del quotidiano, infatti, tutto è fermo almeno fino alla cessione di Alexander Doni, Julio Baptista e Cicinho. I tre brasiliani che i giallorossi stanno provando a piazzare da parecchi mesi. Ma nessuno pare ingolosito a tal punto da spenderci qualche milione di euro. Testuale:
I nodi tornano al pettine. Vendere Baptista, Doni e Cicinho era una priorità della Roma a gennaio e lo è anche adesso. Facile a dirsi, complicato a farsi. La situazione è rimasta immutata e rischia di congelare il mercato dopo gli arrivi a parametro zero di Adriano (ripartito ieri per il Brasile, sarà a Trigoria dal 1˚luglio) e Simplicio. Venticinque milioni e duecentomila euro è la sommadegli ingaggi lordi per le prossime due stagioni dei tre brasiliani scartati da Ranieri: un macigno sul bilancio giallorosso, senza considerare che Doni ha un’opzione per un altro anno di contratto.
Nello scorso mercato di riparazione la società è riuscita a piazzare soltanto Cicinho in prestito al San Paolo (pagando pure una parte dello stipendio). Stava per vendere Baptista all’Inter per Burdisso ma non ha accettato lo scambio alla pari: col senno di poi forse era meglio dire di sì. Perché mentre la trattativa per il difensore argentino è diventa più complicata, la «Bestia» continua a non avere mercato.
O meglio, ha rifiutato le uniche offerte concrete provenute dalla Turchia. Il suo procuratore e un intermediario stanno lavorando per portarlo al Tottenham, la Roma aspetta e spera. Cicinho resterà in Brasile fino ad agosto per giocare la coppa Libertadores (28 luglio-4 agosto le semifinali) e se il San Paolo dovesse vincerla potrebbe chiedere di trattenere il giocatore anche per il mondiale Fifa tra club in programma a dicembre. Ma bisognerà trovare un escamotage per prolungare il prestito oppure un accordo per la cessione a titolo definitivo. Nel frattempo il terzino non ha trovato l’accordo sull’ingaggio con il San Paolo e rischia di rientrare da indesiderato a Trigoria.
Lui e Baptista hanno un «problema» in più rispetto a Doni: sono stati pagati entrambi 11 milioni di euro e il costo non è stato ammortizzato. Svenderli significa realizzare minusvalenze e sarebbe un bel danno per una società obbligata a pensare prima agli equilibri finanziari, poi a quelli tecnici. Doni non rientra in ogni caso nei programmi. Prima di partire per il Mondiale il portiere ha dato la sua disponibilità a valutare tutte le offerte. Sarebbe andato volentieri al Milan ma la trattativa è tramontata, adesso si è fatto sotto il Real che però lo prenderebbe come vice-Casillas: una prospettiva che Doni non accetterebbe. Se deve partire, vuole farlo solo per giocare. Dove? In Inghilterra c’è bisogno di portieri. Wenger ha scritto il suo nome in una lista per l’Arsenal, ma non ai primi posti. Finora da Londra non si è fatto vivo nessuno. Bruno Conti ha provato a cederlo all’amico Ancelotti: anche lì niente da fare, il Chelsea ha detto no. L’attesa continua. E sarà lunghissima. Nel frattempo la Roma proverà a prendersi Burdisso. Domani l’agente Hidalgo incontra l’Inter, poi andrà trovata l’intesa tra i club che danno valutazioni piuttosto distanti dell’argentino: cinque milioni contro dieci. Ma la Sensi e Moratti ci hanno stupito tante volte.