Non è più un giocatore della Roma da un giorno: il futuro di Marco Motta, rientrato a Udine con il club friulano che ne ha prelevato l’intero cartellino, sarà probabilmente altrove. Tuttavia, prima di archiviare la parentesi nella Capitale, Motta ha voluto raccontare i fatti per come (versione dell’esterno) si sono sviluppati nei momenti cruciali della trattativa. Da Il Corriere dello Sport:
Divorzio al veleno quel lo tra Roma e Marco Motta. Confermato, ieri, dallo stesso giocatore che dopo aver osservato un rigoroso e ostinato silenzio, al momento dell’apertura delle buste (un milione e quattrocento cinquantamila l’Udinese, cento ventimila euro in meno la Roma) ha risposto, piuttosto piccato, alle parole che il giorno precedente aveva detto il ds Pradè accusandolo di tenere in ostaggio la società giallorossa. Parlando, ovviamente in televisione ai microfoni di Sky, Motta ha anche fatto capire il perché del suo intransigente no alla possibilità di un rinnovo della comproprietà tra le due società che sino a ieri avevano ciascuna il cinquanta per cento del suo cartellino.
E’ stato un no, anche a un’offerta di un prolungamento e adeguamento contrattuale, figlio legittimo (agli occhi di Motta) del suo mancato trasferimento al Manchester City nel mercato del gennaio scorso. Un trasferimento che sembrava fatto, poi bloccato da Claudio Ranieri che ha preferito tenere il giocatore. Motta non ha dimenticato, complice anche una realtà che nella seconda parte della stagione lo ha visto spesso e poco volentieri nel ruolo di spettatore, in più di un’occasione addirittura dalla tribuna: «L’amarezza e la delusione di adesso è la stessa di gennaio scorso quando mi ero reso conto di non essere più nei piani dell’allenatore. E pur avendo la fiducia di un tecnico come quello del Manchester City (Roberto Mancini, ndr), sono stato trattenuto. Mi sono state fatte tante promesse che non sono state mantenute. Il mio avvocato è stato disponibile tutto un anno per parlare ed è stato piuttosto strano che poi si sia voluto trova re un accordo solo nelle ultime ore prima delle buste. Il problema non era il rinnovo con la Roma, avrei potuto rinnovare anche per dieci anni con la Roma. E’ solo e soltanto che non volevo essere diviso tra due squadre ». Insomma la Roma ha fatto un dispetto a me, io ora faccio un dispetto a loro. Motta ha sottolineato molto il fatto che lui non ne voleva più sapere di essere un giocatore diviso a metà tra due squadre: «Io non avrei mai la sciato Roma. Mi trovavo bene ma non volevo più giocare in comproprietà. Dall’apertura delle buste si è visto che l’Udinese crede in me più della Roma. Ho fiducia nella famiglia Pozzo. Spetta a loro decidere il mio futuro. Faranno la scelta giusta». Per farla, ai Pozzo sarà sufficiente che si presenti qualcuno con il cash ritenuto giusto per la cessione del giocatore. Da qual che giorno si dice che l’Atletico Madrid da tempo avrebbe trovato un accordo per l’acquisto di Motta, i prossimi giorni ci diranno se la voce si tramuterà in realtà. E se poi dovesse tornare a farsi sentire la Juventus, allora Pozzo sarebbe il primo a verificare chi offre di più.