Il Lecce vuole fare la partita

 Dal Corriere dello Sport:

 Ci sono due Lecce, uno completamente diverso dall’altro (avete presente la pubblicità di Sky con i due Cassano? Più o meno ci siamo). C’è un Lecce che in casa è spietato e un altro che in trasferta è un agnellino. La squadra di De Canio ha la peggior difesa fuori casa (11 reti subite, frutto in gran parte degli 8 gol incassati ed equamente divisi fra Mi lan e Juve) e il secondo peggior attacco (2 reti all’attivo, solo il Cesena ha fatto peggio). 

PRIMA E ULTIMA
 – Ma c’è un altro dato (pure questo può confortare la Roma) a spingere De Canio alla correzione della squadra in trasferta. In casa, il Lecce ha fatto 10 punti, come Lazio e Milan: sarebbe in testa a un campionato… casalingo. In trasferta, appena 1 punto, ultimo posto con la numerosa compagnia di Bari, Cesena, Fiorentina, Roma e Catania. A peggiorare la situazione ci si è messa la Coppa Italia. A differenza di quanto solitamente accade (chi incontra la Roma dopo la Champions League può con tare sulla fatica europea dei giallorossi), stavolta è la squadra di Ranieri a poter sfruttare il vantaggio- freschezza. Mercoledì sera il Lecce ha giocato e vinto una partita dura contro il Siena, mentre i giallorossi si sono allenati una settimana intera a Trigoria. De Canio ha fatto largo uso dell’organico, schierando molte riserve, ma giocatori come Giuliatto, Olivera, Corvia, Chevanton e Munari, impiegati in Coppa chi dall’inizio, chi a partita in corso, hanno la possibilità di giocare titolari o quanto meno di andare in panchina all’Olimpico. Roma-Lecce si gioca di sabato (un giorno in meno per recuperare) e i pugliesi non sono abitua ti a questi doppi turni settimanali. 

OLIVERA E PIATTI – Vista così, il Lecce sembra una vittima predestinata. Su cosa e soprattutto su chi può contare De Canio nella sfida contro Ranieri? Innanzitutto sull’orgoglio della squadra. Quando, al la prima del campionato, prese 4 gol a San Siro contro il Milan, furono in tanti a indicare nella formazione pugliese una seria candidata alla retrocessione. Oggi invece il Lecce ha 11 punti, quanti la Samp e il Palermo, in odore d’Europa. Vuol dire due cose: che la squadra ha orgoglio e personalità e che il tecnico ha buone idee visto che dopo la promozione ha dovuto cambiare tre/quarti dell’organico. Ritrovato un ottimo Di Michele (è come Inzaghi: non invecchia mai), deve puntare sulla qualità dell’argentino Piatti e di Olivera, miglior uomo-assist del Lecce. Ma per proseguire su questo ritmo (e invertire il cammino in trasferta), De Canio deve sperare nell’esplosione di Corvia e nel rilancio di Chevanton, l’uruguayano innamorato della Puglia.

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