Il cucchiaio di Totti. Il dribbling di Delvecchio. Il tacco di Mancini. Il sombrero di Perrotta. E ora c’è il piattone di Fabio Simplicio. Palla rubata, uno sguardo veloce a Berni, il pallone toccato giusto giusto nell’angolino, e pure lento lento tanto per garantire ancora maggiore pathos al gol partita che chissà per quanto rimarrà nell’immaginario dei tifosi. Ci aveva provato anche nel derby di campionato, un suo tiro respinto con un braccio, il calcio di rigore di Borriello. Stavolta si è messo in proprio prendendosi una di quelle soddisfazioni che racconterà ai suoi nipotini. Perché decidere un derby della capitale è qualcosa che un giocatore si porta e si porterà sempre dentro. Chiamatelo piccolo Arnold. Chiamatelo Bombolotto. Chiamatelo Sammy Barbot. Chiamatelo come volete. Noi diciamo Fabio Simplicio ed è festa Roma nel derby di coppa Italia, quarta stracittadina consecutiva vinta sotto la gestione di Claudio Ranieri che ormai si merita l’appellattivo di mister derby.
Roma-Lazio: Simplicio entra nella storia del derby
di 20 Gennaio 2011Commenta