La Roma, questa sera, si gioca la possibilità di continuare a sognare il tricolore; l’Inter, invece, ha l’opportunità di mettere sette punti di distacco tra sè e la sua principale inseguitrice. Il Messaggero analizza la gara tra i giallorossi ed i nerazzurri:
Olimpico, ore 18: c’è profumo di scudetto, alle pendici di Monte Mario. La Roma di Claudio Ranieri, seconda in classifica, ospita l’Inter di Josè Mourinho, prima della classe con quattro punti di vantaggio sui giallorossi, imbattuti da venti partite. A conti fatti, la Roma – pur cercando la vittoria – non deve assolutamente perderla, perché una sconfitta significherebbe azzerare quanto fatto di buono, anzi di ottimo dalla trasferta di Udine dell’ottobre scorso, cioè quattordici vittorie e sei pareggi. Ma, vista l’opportunità, non sarebbe meglio fare di tutto per vincere anche a costo di perdere? Chi pende dalla parte della moderazione spiega che la Roma non deve giocare in chiave puramente difensiva, ma con attenzione, abbinando la testa alla tattica. Chi la pensa in maniera opposta urla: ma se non ci prova stavolta, quando ci riprova più? Al di là delle scelte tecnico/tattiche di Ranieri, ciò che conterà maggiormente sarà la capacità della Roma di stare dentro la partita. La partita dell’anno, è stata definita: in realtà, la super sfida da due milioni di telespettatori sparsi in ogni angolo del mondo potrebbe – con qualsiasi risultato – non rivelarsi così determinante ai fini del verdetto finale. Per la Roma, però, rappresenta indubbiamente la ghiottissima, quasi insperata occasione per tentare di raggiungere un obiettivo che il 31 agosto scorso, giorno delle dimissioni di Luciano Spalletti, sembrava utopia allo stato puro, e non solo per gli zero punti in classifica. E, allora, non vale la pena tentare il tutto per tutto? Roma o mai più, insomma. Con l’aiuto di quei 70 mila e passa tifosi.