Roma-Inter: si gioca tutto questa sera. Se l’Inter ha meno da perdere sul piano della classifica, la Roma ha meno da perdere sul piano psicologico. Un’occasione così per avvicinarsi a un clamoroso scudetto è unica. La Gazzetta dello Sport analizza i reparti delle due squadre:
Proprio la certezza di avere due risultati su tre a favore, dovrebbe indurre Mourinho a preparare una gara d’attesa, con ripartenze improvvise come nel secondo tempo di Stamford Bridge, anche se con un modulo diverso. Sneijder diventa quindi fondamentale, perché se mancasse lui il tridente alternativo rischierebbe di spezzare in due la squadra, consegnando il centrocampo alla Roma. Difese Le cifre dicono che l’Inter ha la migliore difesa e non è un caso perché Lucio e Samuel, ma anche Cordoba e Materazzi sono quattro campionissimi che hanno permesso a Mourinho di rinunciare a Burdisso, stasera avversario. Con 34 gol incassati (8 più dei nerazzurri), la Roma ha soltanto la quinta difesa, preceduta da Milan (28), Chievo (29) e persino Lazio (32), oltre all’Inter naturalmente. Gli attacchi invece si equivalgono, perché dietro il migliore della capolista (57) c’è proprio quello della Roma con appena 3 gol in meno. Le cifre, però, non dicono che la Roma ha più soluzioni e uomini in mezzo al campo. E proprio in mezzo al campo Ranieri può vincere la partita con la regia di Pizarro, le incursioni di De Rossi, il movimento di Perrotta e le discese di Riise che sulla sua fascia incrocerà Maicon in una sfida forse decisiva. La freschezza dei giallorossi contro la potenza dei nerazzurri, senza scordare la variabile Totti, che sarebbe più logico far partire nel corso della partita quando il suo ingresso, a livello psicologico oltre che tecnico, potrebbe fare la differenza. Ma guai a sottovalutare l’Inter che a Roma ha vinto tre volte negli ultimi tre anni (1-0 e 4-1 con Mancini) e 4-0 con Mourinho. Perché le grandi squadre vincono le grandi partite. E l’Inter è stata, ed è, una grande squadra. Fino a prova contraria, che oggi spetta alla Roma.