Questo è l’articolo tratto dalla Gazzetta dello Sport sull’ipotesi del tridente.
Violino, violoncello e pianoforte. Oppure chitarra, basso e batteria. Nella musica funziona così: c’è il trio classico e c’è il trio rock. Nel calcio, di solito, il trio è composto da un trequartista (il pianoforte o la chitarra) e due attaccanti. La Roma, dove il trio sta tornando di moda, propone una diversità: un centravanti nato trequartista (il chitarrista Totti), un centravanti che gioca spesso esterno (il basso Vucinic), un esterno che sa fare il trequartista (la batteria Menez). Finora, tutti e tre insieme hanno giocato solo 19 minuti: quelli finali di Roma-Juventus, ultima puntata della saga spallettiana. Infortuni (Totti, Vucinic e Menez), problemi di forma (Menez), casualità (turn over) hanno consentito a Ranieri di eludere fino ad oggi il problema. Il ritorno di Totti, i miglioramenti di Vucinic, la crescita di Menez aprono il problema. L’ultimo trio di grido nella Roma è stato quello dei tempi di Capello: Totti-Batistuta-Delvecchio, con Montella primo ricambio. Capello trovò, furbescamente, una soluzione molto italiana. Totti trequartista, ma in realtà seconda punta. Delvecchio seconda punta, ma in realtà cursore a sinistra. Batistuta alla Batistuta, ovvero centravanti puro. Con questa formula, la Roma e Capello vinsero lo scudetto. A Ranieri basta molto meno: si accontenta di un quarto posto.