Roma-Genoa: non solo suggestiva sfida da quarto posto ma anche storia di una serie di destini incrociati che legano indirettamente le due squadre. Più di uno, infatti, i fuoriclasse che hanno vestito prima una poi l’altra maglia e regalato alle tifoserie attimi di grande soddisfazione.
Sebino Nela e Fulvio Collovati, Giovanni Cervone e Maurizio Ramon Turone. Ma non si può dimenticare lo strano gioco della sorte che ha in tal senso segnato il percorso calcistico di due idoli della tifoseria giallorossa: Bruno Conti e Roberto Pruzzo. Si diceva di Bruno Conti, la cui carriera calcistica si è strutturata tra Genova e Roma, in quella che appare come una serie di viaggi andata e ritorno tra le due città.
L’attuale direttore tecnico della Roma approda nella squadra giallorossa nel 1973 e vi rimane fino al 1975 (4 partite, l’esordio più altre tre) per poi trasferirsi proprio a Genova: è la stagione 1975-76, i rossoblu sono in cadetteria e Conti fa coppia con un altro grande del calcio giallorosso, Roberto Pruzzo che, ironia della sorte, segnerà il suo primo gol in A proprio contro la Roma (3 ottobre 1976, Genoa-Roma 2-2). Il ritorno in giallorosso di Conti e la permanenza in rossoblu di Pruzzo: questo raccontano le stagioni 1976-77 e 1977-78.
L’anno successivo la Roma riesce a strappare ai Grifoni il carellino di Pruzzo con un vero e proprio record di spesa – per i tempi: tre miliardi di lire più i cartellini di Giuliano Musiello e – nuovamente – Bruno Conti, a cui non resta che l’ennesimo viaggio verso la Lanterna. E’ la stagione 1978-79: mentre Bruno Conti indovina un cross dietro l’altro con i colori del Genoa, Pruzzo non fa nemmeno in tempo a giocare qualche partita che già è nei cuori del tifo giallorosso: l’attaccante diventa per tutti “Bomber” – mentre a Genova era stato O Rey di Crocefieschi, paese in cui è nato – e comincia a sfornare reti a grappoli.
Passa un anno e finalmente anche Conti ritrova la sua Roma: in panchina s’è appena accomodato Nils Liedholm e a Bruno Conti viene affidata la fascia sinistra con obbligo di inventare. Ed è proprio grazie alle falcate di Marazico e ai gol del Bomber che la Roma giallorossa può festeggiare lo scudetto del 1983 conquistato con 43 punti e con la seconda – Juventus – a 4 lunghezzze di distanza (per i giallorossi, quell’anno, 16 vittorie e solo 3 sconfittee, nemmeno a farlo apposta, la rete decisiva fu segnata da Pruzzo proprio contro il Genoa).