Già. Anche se il periodo di transizione della co-gestione Sensi-Unicredit potrebbe rivelarsi altrettanto proficuo in termini di acquisti e risultati, il prossimo futuro capitolino potrebbe tingersi per davvero di agio e sfarzo. Perchè? Gli arabi, gli arabi. Da La Gazzetta dello Sport:
Società Se Totti ci crede, Bruno Conti non vuole guardare troppo in là. «Gli sceicchi? Meglio se ci concentriamo sulla Roma attuale…». Ma non c’è bisogno di sforzarsi troppo. Al presente e al futuro della squadra ci pensano già tanti soggetti qualificati: la cogestione Sensi-UniCredit si sta rivelando più fruttuosa dell’autofinanziamento.L’operazione Burdisso dimostra che con le spalle coperte dalla banca si possono fare piccoli investimenti senza dover aspettare i soldi delle cessioni. UniCredit ha tutto l’interesse a valorizzare la Roma, in modo da venderla ad un prezzo migliore. Martedì la lettera d’intenti firmata con la Sensi diventerà un accordo definito, saranno più chiari ruoli e deleghe della presidente e del nuovo cda. Fin qui la convivenza ha funzionato. Il futuro promette una vita agiata: i contatti di UniCredit e Rothschild con gli arabi proseguono, quelli con la casa reale saudita sono ritenuti i più interessanti, lo dimostra l’investitura di Tarak Ben Ammar come mediatore. Non proprio il primo venuto.