Alberto Gilardino si mette le mani nei capelli. Dopo 45′ la Roma sta vincendo per 3-0 e non sembra esserci possibilità di rimonta. E il Gila che fa? Quello che avrebbero fatto in molti: mani nei capelli, mezza rassegnazione (per l’altra metà, invece, è riuscito a sfruttare nel migliore dei modi l’unico errore della retroguardia di casa).
Non poteva esserci reazione migliore: una Roma spumeggiante, quasi impeccabile e che a tratti ha richiamato alla memoria quella dei tempi belli. Nelle cifre della partita contro una Fiorentina inesistente – se non per sporadiche iniziative – si percepisce il motivo della vittoria giallorossa. Roma in grado di evidenziare una caratteristica su tutte: la concretezza. Di questi tempi, una novità assoluta.
Fiorentina schiacciata nella propria metà campo: i viola hanno tentato di imbrigliare la manovra capitolina facendo possesso palla (che, in percentuale, è superiore a quello giallorosso, 54.1 per cento) ma hanno faticato a trovare varchi da sfruttare. Roma presente in fase di conclusione (otto tiri nello specchio della porta e cinque fuori; su un totale di otto conclusioni ben tre si sono insaccate alle spalle di Sebastian Frey il quale ha respinto in cinque occasioni); Fiorentina imprecisa (ben dieci, su un totale di quattrodici, le conclusioni finite fuori bersaglio).
In equilibrio il numero dei fuorigioco (sei a quattro per i giallorossi) e dei calci d’angolo (sei per i gigliati, uno in meno per gli uomini di Ranieri). Mentre la Roma ha preferito affondare nella zona centrale del campo, la squadra di Prandelli ha sfruttato di più le fasce – anche per esaltare le caratteristiche del 4-2-3-1, ndr – andando al traversone per ben quaranta volte (il doppio di quanto abbiano fatto Totti e compagni).
Molto simile anche la percentuale dei passaggi compiuti (400 dalla Fiorentina, 340 dalla Roma) e andati a buon fine (77 per cento Roma, 78 per cento Fiorentina) così come si equivale la conta dei falli subiti – quindici dalla Roma, uno in meno dai viola. Il novero delle ammonizioni, invece, vede immacolato il lato del taccuino arbitrale nel quale il direttore di gara avrebbe dovuto elencare i giallorossi a fronte di tre cartellini gialli rimediati dai viola (Pasqual, Dainelli, Gamberini).