Zdenek Zeman. E in due parole, un nome e un cognome, è racchiuso tutto. Accade poche volte di trovarsi di fronte a personaggi che riescono nell’impresa di farsi amare o odiare, senza alcuna possibilità all’indifferenza. Uno di questi è proprio Zeman, allenatore al quale da sempre è stato unanimemente riconosciuta una schiettezza fuori del comune. Proprio il suo essere diretto e privo di filtri di sorta, piace enormemente o non piace affatto. Zeman conosce bene la piazza romana (avendo allenato sia la Lazio, dal 1994 al 1997, che la Roma, dal 1997 al 1999) anche se ha chiuso entrambe le esperienze con due esoneri.
Il boemo, a cui è succeduto Fabio Capello sulla panchina della Roma, aveva chiuso le stagioni alla corte di Sensi con un crescendo di risultati e di gioco che avevano visto la squadra giallorossa finire le tre stagioni con Zeman rispettivamente al quattordicesimo, quarto e quinto posto.
Da allora, Zeman non ha mai smesso di seguire il percorso della società gestita dai Sensi e dopo una dichiarazione dello scorso 1^ febbraio, nel corso della quale aveva elogiato l’approdo in giallorosso di Diamoutene, di cui aveva detto:
“L’ho allenato al Lecce nel 2004-2005, era un ragazzo interessante, senza alcun dubbio un centrale: la sua qualità migliore è la fisicità,l’unica cosa su cui deve davvero lavorare è la parte tecnico-tattica”,
il boemo è tornato a parlare della Roma. In una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, infatti, Zeman è intervenuto con il solito piglio nell’affrontare situazioni e episodi del campionato in corso. Dopo aver bollato l’Inter, per la mancanza di gioco, e Josè Mourinho, a cui l’ex tecnico della Roma ha riconosciuto solo le capacità dialettiche e di comunicatore, Zeman si è espresso sui giallorossi. E, al solito, non si è certo frenato nell’espressione dei giudizi.
“Dovessi indicare, tra tutte, la squadra che maggiormente mi ha deluso – ha dichiarato Zeman – citerei senza alcun dubbio la Roma. I giallorossi avrebbero dovuto competere ad armi pari per lo scudetto, cosa che non sono riusciti a fare. Hanno fallito, non solo per il dato oggettivo legato al netto peggioramento rispetto alla posizione di classifica dello scorso campionato, ma anche per l’involuzione del gioco che pure mister Spalletti aveva saputo porre a certi livelli negli ultimi anni, mostrando trame che nessuna altra squadra di serie A riusciva a ripetere con la stessa facilità. Non credo che la causa scatenante sia la limitata disponibilità economica dei Sensi. C’è dell’altro: la rosa della Roma è inferiore solo a quella dell’Inter”.
Tra i pochi a salvarsi dalle sciabolate del boemo, Gasperini, Marino e le rispettive società. Ovvero Genoa e Udinese.