Non è stata una bella Pasqua per la Roma dopo la clamorosa quanto netta sconfitta nel derby. Il 4-2 ha fatto male, ma ancora di più la vittoria del Genoa sulla Juventus che ha spedito i giallorossi a -8 dal quarto posto. Un derby che ha visto i giallorossi lasciare subito l’iniziativa ad una Lazio che aveva fretta e voglia di uscire dalla crisi.
Errori evidenti di Marco Motta sul primo gol (ma il corner non c’era), poi dopo la prodezza di Zarate del 2-0 la squadra si è svegliata, ha segnato il 2-1 con Mexes, colpito un palo con Julio Baptista, invocato un rigore che ha mandato su tutte le furie Spalletti, poi espulso all’intervallo con Tare assieme al quale ha mostrato un esempio francamente pessimo, e sfiorato il pari con un salvataggio sulla linea di Siviglia.
Poi però, complice anche l’episodio negativo che ha visto il tecnico di Certaldo, la squadra è rientrata in campo con un nervosismo incredibile, Morganti ci ha messo del suo, ma Panucci e Mexes sono caduti nelle provocazioni dei laziali. In nove contro 10 (espulso anche Matuzalem), De Rossi era riuscito con una inzuccata a rimettere i suoi in carreggiata. La prodezza di Kolarov con tutta la Roma colpevole ha chiuso i giochi.
Adesso, quale sarà il futuro di questa squadra che ha sfiorato uno scudetto lo scorso anno, e invece si potrebbe ritrovare fuori dalla Champions? Conseguenze inevitabili e disastrose, l’epurazione. Via sicuramente tre big, (Aquilani, Doni e Mexes) mentre resta da stabilire se Francesco Totti possa essere ancora un punto fermo. Il capitano è un simbolo e non si tocca, siamo tutti d’accordo, ma le sue condizioni non sono più quelle di una volta, anche il derby lo ha dimostrato, ha bisogno di allenarsi con continuità per ritrovare lo smalto migliore.
Un altro dato che colpisce sono le 11 espulsioni, troppe per una squadra che con Spalletti aveva ritrovato una sua identità. Le prossime gare con Lecce e Fiorentina saranno davvero decisive, la Roma era partita con altre ambizioni, ma purtroppo la parola più accostata alla stagione in questo momento (speriamo di no) si chiama fallimento .