Roma-Cluj, pagelle:
Lobont 6: le orecchie – in seguito al sonoro che si è propagato al contatto palla-traversa (tiro di Traore a due passi) e sfera-palo – gli sono fischiate per qualche minuto. in entrambe le circostanze. La sufficienza ne rimarca attenzione e concentrazione. Non certo l’operosità, visto che dalle sue parti il Cluj arriva senza lucidità (quando si affaccia, sciupa clamorosamente: 3 tiri in porta, 11 fuori). Nella prima frazione ricordiamo un rilancio sbagliato al 20′, per il resto non può nulla. Nè per evitare i legni nè il gol.
Cicinho 6: timido, introverso, sembra che approcci la gara in punta di piedi quando sarebbe servito spingere con determinazione. Si preoccupa di non sbagliare – il suo è un percorso di riconquista: del tifo, del mister, dei compagni. Comprensibile il freno a mano ma se si proponesse con maggiore sicurezza potrebbe anche fare male (buoni spunti al 40′ e al 43′, tiri parati da Claro). Nella prima parte di gara è tra i migliori. Esce per la stanchezza. Fosse questo, ci si può tornare a fare affidamento.
dal 19′ st Cassetti 5,5: fa in tempo a beccarsi un giallo (fallo sul solito Traore) e mostra qualche affanno.
Mexes 6: l’esperienza, all’atto pratico, si trasforma in ricorso al fallo tattico e anticipo sul diretto avversario. Philippe contiene e rilancia, smorza e imposta: subisce a tratti la prestanza di Traore ma cresce col tempo. Ha l’enorme merito di sbloccare una gara difficile, fa piacere vederlo ridere di nuovo.
N.Burdisso 5,5: il giudizio non differisce da quello del collega di reparto. Unica aggravante, la disattenzione che al 30′ frutta la palla gol più pericolosa della prima frazione (traversa di Traore che gli scappa in velocità). Dovrebbe fare il Juan, ma di Juan – per ora – ce n’è uno.
Castellini 5,5: preoccupava la condizione fisica, salvo notare da subito uno spigliato modo di gestire la fase difensiva e qualla offensiva. Poi, si perde. Le intenzioni (buone) non collimano con i risultati (meno buoni). Meglio nella prima parte che nella ripresa. Cala col passare dei minuti. Ha l’attenuante dell’infortunio appena smaltito, l’intesa con il reparto è da rivedere.
Menez 6,5: la voglia di fare – a volte strafare, vero – non va a cozzare con la concretezza del francesino onnipresente. Gli capita di svariare tra destra e sinistra, concludere, andare a inventare l’inizio delle trame giallorosse collocandosi tra difesa e centrocampo, conquistare calci di punizione pericolosi. Fosse più cinico che evanescente, più continuo che discontinuo, sarebbe micidiale. Perchè è uscito?
dal 1′ st Adriano5: o ‘na mossa, o ‘na scossa. Così com’è, hanno ragione i detrattori.
De Rossi 6,5: più diga che geometra. La sensazione è che si accolli buona parte del lavoro sporco ma la quantità non viene, per eccessiva foga dei compagni di reparto avanzato, ripagata se non quando è Capitan Futuro in persona a mostrare come si fa. Che ce vo’: pigli palla, giusto un’occhiata, lancio pennellato.
Pizarro 6: il Pek ha stretto i denti per giocare. Non commette sbavature, semmai leggerezze (qualche passaggio di troppo partorito solo a metà) che intoppano la manovra. Ma lo sceneggiatore di casa Roma è sempre lui.
Perrotta 6: polmoni. Polmoni. Ancora polmoni. Comincia a ridosso delle punte, finisce a fare la spola tra difesa e centrocampo. Generoso.
Vucinic 5: l’uomo dai gol impossibili non può che confermare la regola. E allora, quelli facili facili continua a sbagliarli. Un paio di errori che stanno a metà tra la foga e la sicumera. Buon per lui che nel computo finale, gli scivoloni non incidano sul risultato.
dal 18′ st Borriello 7,5: cambia il volto della gara. Crea scompiglio in area avversaria e piazza un gol che richiama alla memoria le prodezze dei tempi migliori. Il bello è che, fino a oggi, non ha sbagliato una partita: se non segna fa reparto. Ma quando gli riesce di portare a compimento entrambe le cose, diventa insostituibile.
Totti 6,5: il Capitano si veste da assist man nel tentativo di lanciare prima Vucinic e poi Borriello. Quando va al tiro (calci da fermo, conclusioni dal limite) manca la porta di un metro. Pressa e lotta, subisce la solita caterva di falli ma contribuisce come solo lui sa fare a far salire la squadra. Ora come ora, il gol non sia un assillo. Ranieri lo tiene dentro tutta la partita.
Ranieri 6: tra tutte, la mossa Adriano per Menez è di facile lettura (attacco di peso) ma di difficile interpretazione (l’Imperatore non è in condizione). Il perchè, al triplice fischio, se lo sarà chiesto anche lui. Per il resto, il testaccino ha sudato freddo: i meccanismi vanno rivisti. Bene vincere, ora si provi a convincere. Su Cicinho, ha avuto ragione.
M.V.