Un gol di Nico Lopez allo scadere salva la Roma dal ko interno contro il Catania. La squadra di Zeman non ha giocato bene per stessa ammissione del suo allenatore che a fine partita era tutt’altro che contento.
Degli schemi del boemo si è visto poco o nulla e i due gol sono arrivati da due prodezze personali e non dal laboratorio di Zemanlandia. A mancare a Totti e compagni è stata la fluidità della manovra e la convinzione negli ultimi venti metri. De Rossi troppo spesso ha ritardato l’azione, aspettando quel secondo di troppo che ha permesso ai ragazzi di Maran di chiudersi e ripartire.
Lamela è apparso ancora lontano parente da quel giocatore che Sabatini ha voluto con tanta insistenza nella passata stagione. L’asse Totti-Balzaretti è iniziato a funzionare solo nella ripresa, con risultati alterni. Il capitano “è stato troppo largo, ad esempio”, parola di Zeman che ha continuato:
“In generale mi dispiace per i punti persi, anche se entrambi i gol del Catania erano in fuorigioco, che ancora esiste nel calcio. E il mani di Bellusci sul colpo di testa di Osvaldo era rigore. Abbiamo cercato di sbagliare meno possibile e invece abbiamo sbagliato di più. Prima mezzora davvero male, poche le nostre proposte mentre nel secondo tempo siamo andati molto bene. Marquinho? Per me è un giocatore che ha qualità nel portare la palla dentro e visto che non riuscivamo a farlo poteva darci aiuto, ma anche lui non ha fatto bene. Bojan? Non sta bene, ha qualche problemino all’adduttore ma non è entrato come non sono entrati altri”.
Sulla voglia e sullo spirito di sacrificio nulla da eccepire, anche perché in svantaggio per due volte, i giallorossi hanno sempre riacciuffato il risultato.
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